I rifiuti radioattivi. Molte attività umane producono rifiuti radioattivi: la diagnostica e la terapia medica (per es. la radioimmunologia, la radioterapia), la ricerca scientifica, l’industria agroalimentare (per es. la sterilizzazione delle derrate per irraggiamento), i controlli di produzione industriale (per es. le radiografie di saldature).
Questi rifiuti, per un tempo variabile da pochi istanti a milioni di anni, emettono radiazioni che possono avere effetti negativi sull’ambiente e sull’uomo, ma che sono comunque di intensità decrescente nel tempo, per il fenomeno del “decadimento radioattivo”. In Italia, i rifiuti radioattivi sono classificati in tre categorie, secondo il grado di pericolosità radiologica: I Categoria: rifiuti radioattivi la cui radioattività decade fino al livello del fondo naturale in tempi dell'ordine di mesi o al massimo di qualche anno.
Per ridurre la pericolosità e assicurarne la gestione in sicurezza, i rifiuti radioattivi vengono sottoposti a: Ma, qual è la situazione in Italia? Effetti delle emissioni radioattive sul corpo umano. Quando si parla di nucleare o di sorgenti radioattive più o meno tutta la popolazione si spaventa e teme gli effetti che queste possono avere sul loro corpo.
Un esempio è il muro che hanno alzato le regioni contro il governo e la sua proposta di riprendere l’energia nucleare in Italia. Venir sottoposti a dosi elevate di radiazione è senz’altro negativo, quindi in questo senso la paura della popolazione è più che giustificata. Resto sempre dell’idea, però, che è bene per tutti, non solo per gli addetti ai lavori, capire bene di che cosa si sta parlando, soprattutto se queste cose riguardano la nostra salute. Per questa ragione ho pensato che possa essere interessante spiegare quali siano effettivamente gli effetti della radioattività sul nostro corpo, e per quali ragioni questo accada. Conoscere l’origine e i rischi che sono associati alla radiazione ci permette di capire come proteggerci e come convivere con il nostro pianeta.
Come questa ionizzazione può influenzare il nostro corpo? AMBIENTE – A fine luglio, in piena notte, un container con materiale nucleare esce dal centro Itrec di Trisaia di Rotondella e, scortato dalla forze ordine, si dirige verso un aeroporto militare.
Il carico viene trasferito su un aereo che si allontana. Due giorni dopo, il mistero viene svelato dalla Sogin, la società italiana specializzata nella bonifica di siti nucleari: un’operazione di “rimpatrio negli Usa di materiali nucleari sensibili di origine americana, che erano custoditi in appositi siti in Italia per attività di ricerca e di sperimentazione”.
Dopo il no al nucleare del 1987, l’Italia ha dovuto avviare e pianificare una strategia per la gestione dei rifiuti radioattivi derivanti dal pregresso programma nucleare. A oggi, secondo gli ultimi dati forniti dall’Ispra, le scorie nucleari ammontano a più di 28.000 metri cubi, di cui 26.500 a bassa e media attività e 1.700 metri cubi ad alta attività. Possibile Ridurre del 90% Rifiuti Nucleari! Ecco Come. L'uso di elementi radioattivi è sempre stato molto vantaggioso per tanti aspetti, ma anche problematico per altri, come per esempio la gestione dei rifiuti tossici ad alta radioattività.
Ora però, un gruppo di ingegneri dell'Università di Sheffield, ha sviluppato un modo per riuscire a ridurre significativamente il volume di parte delle scorie più radioattive, come quelle contaminate col plutonio, riducendo allo stesso tempo di molto il costo ed il pericolo della loro gestione. I ricercatori, della facoltà di ingegneria dell'Universitàdi Sheffield, hanno mostrato come mischiare le scorie contaminate di plutonio con le scorie degli altoforni industriali, trasformandoli poi in vetro, riduce il loro volume di 85-95%.
Inoltre, questo processo riesce a bloccare con grande efficacia la radioattività del plutonio, creando un prodotto finale stabile. Rifiuti radioattivi. Le incognite atomiche incombono sugli ignari abitanti del Belpaese.
A 50 chilometri dalla centrale nucleare di Fukushima, dopo il disastroso “incidente”, il 27 marzo 2011 la dose giornaliera rilevata dalle autorità nipponiche era di 3,6 millisievert (mSV). Oggi in Italia, ufficialmente, la dose media annua dovuta all’esposizione alla radioattività è di 2,4 millisievert (mSv). Giusto per un raffronto: la dose massima rilevata all’esterno della centrale di Three Mile Island, dopo l’incidente del 28 marzo 1979 era di 1 millisievert (mSv).
C’è un rischio cancro nello Stivale? Scorie_nucleari. Rifiuti radioattivi: fermare l’industria nucleare Il movimento anti-nucleare francese, prova a riprendere forza e si dà appuntamento a Valognes per bloccare il trasporto di scorie radioattive dagli impianti di riprocessamento della Normandia al deposito tedesco di Gorleben.
Mercoledì 23 novembre 2011, ore 10:32, Valognes, Francia Circa 400 persone continuano ad affrontare le forze dell’ordine in un campo vicino alla linea Cherbourg-Parigi in un campo vicino a Valognes. Parte del movimento anti-nucleare ha guadagnato l’accesso alla ferrovia con l’intento di mettere degli ostacoli sui binari. La polizia in assetto anti-sommossa è riuscita a respingerli, permettendo di ripristinare i binari della ferrovia. Nella serata di Mercoledì 23 novembre 2011, alcuni attivisti antinucleari fermano alcuni treni nella regione di Rouen posizionando segnali di arresto lungo i binari.
Il comunicato del collettivo “fermata di emergenza nucleare“ Mi piace: Mi piace Caricamento... Civiltà E Tumore Galleria Fonte: