Doppio. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il doppio, inteso come il raddoppiarsi di una realtà (dal latino dŭplus[1]) è un concetto presente, con varie accezioni, nel pensiero filosofico, religioso, psicologico e psicoanalitico, ripreso anche nel campo del paranormale e della parapsicologia. Filosofia[modifica | modifica sorgente] La tematica del "doppio", intesa come la dottrina che si serve di due principi per poter coglier ogni più profondo tipo di realtà, rientra nella corrente filosofica opposta al monismo, quella del "dualismo ontologico", ulteriormente suddivisibile in: Antropologia e religione[modifica | modifica sorgente] Psicologia e psicoanalisi[modifica | modifica sorgente] Il Tema del Doppio nella Letteratura (SCRIVERE)
Uno degli esempi più famosi è senz’altro quello di Stevenson, con il suo misterioso caso del Dr.
Jekyll e Mr. Hyde, ma anche Oscar Wilde affronta l’argomento se pur in maniera translata, nel ritratto di Dorian Gray. Perfino Shakespeare impernia un’intera tragedia sul tema dell’identificazione con l’altro in Lady Macbeth, mentre Mary Shelley esplora anche lei le frontiere del confronto con l’altro se stesso in Frankestein. Sono tutti diversi aspetti della medesima espressione, l’identificazione con l’altro, e la proiezione di se stessi verso un oggetto o un soggetto esterno, reale o virtuale che sia. La doppia personalità.
La doppia personalità e la perversione In Portrait of a Killer, Patricia Cornwell accosta la figura di Sickert-Jack a quella del dottor Jekyll di Robert Louis Stevenson.
A pag. 75 scrive: “Ci sono molte analogie tra Jack lo Squartatore e Mister Hyde: sparizioni inesplicabili, calligrafie diverse, nebbia, travestimenti, abitazioni segrete dove sono conservati cambi d’abito, camuffamento della corporatura, dell’altezza e del modo di camminare” . Attraverso il suo romanzo Stevenson ci fornisce una interessante descrizione della psicopatia.
Giolitti. Magritte. Stevenson. Calvino.