Guido Monaco. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Guido "monaco" Guido "monaco", conosciuto anche come Guido d'Arezzo o Guido Pomposiano[1] (992 circa – 1050), è stato un monaco e teorico della musica italiano. Fu un importantissimo teorico musicale ed è considerato l'ideatore della moderna notazione musicale, con la sistematica adozione del tetragramma, che sostituì la precedente notazione adiastematica. Il suo trattato musicale, il Micrologus, fu il testo di musica più diffuso del Medioevo, dopo i trattati di Severino Boezio. Biografia[modifica | modifica sorgente] Guido nacque intorno al 991[2]. Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nella Cattedrale, dove ebbe modo di proseguire gli studi intrapresi a Pomposa arrivando a codificare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare, comporre e tramandare la musica.
La "mano guidoniana". da cui derivarono i nomi delle note Ut-Re-Mi-Fa-Sol-La. Opere[modifica | modifica sorgente] Note[modifica | modifica sorgente] I primi venti anni della sua vita. La ricerca del luogo dove Guido Monaco nacque e visse gli anni della sua prima formazione, non è questione di semplice e sterile campanilismo.
Per la musicologia storica infatti (e non solo per essa), è di grande interesse identificare l’area e l’humus fecondo, che oltre ai natali, ha dato una formazione culturale e musicale ed una sensibilità teorica e pedagogica straordinarie ad un personaggio che dalla storia è passato alla leggenda. La corretta lettura della sorprendente rete di relazioni che si instaura tra il territorio di formazione, il protagonista e i personaggi che con lui interagiscono consente finalmente la ricostruzione di un tassello importante della vita musicale nei primi decenni del secondo millennio. Nel 1950, il Comitato Nazionale per le Onoranze a Guido Monaco, costituitosi in Arezzo nel nono centenario della morte, fra le numerose altre manifestazioni bandì un concorso per una monografia su Guido d’Arezzo. La gara fu vinta dal gesuita olandese Jos. Ed ancora: Abbazia di Pomposa e Guido d'Arezzo.
Il luogo è semplicemente magico, per ciò che semplicemente si vede e per i significati riposti che gli si annodano intorno.L'Abbazia in questione è una delle più importanti d'Italia e presenta alcune particolarità.
Situata a Codigoro (Ferrara), è datata intorno al IX secolo, o per lo meno risulta già nel IX secolo l'insediamento di un'abbazia benedettina più piccola del complesso successivo, mentre la comunità monastica era presente ancor prima, tra VI e VII secolo, quando i monaci di S. Colombano eressero un primo edificio religioso, probabilmente una cappella. La presenza del cenobio è testimoniata da un documento datato 874 in cui Papa Giovanni VII arrogava al papato la giurisdizione sul complesso, in contrasto con la diocesi di Ravenna. Dedicata a Santa Maria è la parte più antica, del VII-IX secolo, allungata in seguito con due campate e atrio nell'XI; le particolarità dell'atrio sono gli ornamenti in cotto e la presenza di elementi di maiolica.
Josh. Abbazia di Pomposa Codigoro. Dettagli Visite: 4966 La millenaria abbazia benedettina di Pomposa sorge lungo la Strada Romea, l'antica via dei Pellegrini medievali, nel breve tratto che corre dal Po di Goro al Po di Volano.
La data della sua fondazione non è certa. Nell'anno 874 in un frammento di lettera è nominato il monastero di S.Maria in Pomposa nel territorio di Comacchio. Da allora, pur intervallate da lunghi silenzi, le notizie si susseguono via via, sino a divenire copiose e ininterrotte tra la fine del primo e l'alba del secondo millennio, quando l'abbazia, conseguita la sua autonomia, afferma e rafforza la sua potenza che dall'Isola Pomposiana si espande dapprima alle diocesi vicine, Comacchio, Ravenna, Adria, poi alle più lontane dell'Italia centro settentrionale fino ad avere nel XIII secolo domini in 21 diocesi: segno questo del vasto potere spirituale e temporale ad un tempo, congiunto ad un fervore sociale e culturale. Centro di Pomposa Sito internet: