Dante Alighieri. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Dante Alighieri o Alighiero, detto semplicemente Dante, battezzato come Durante di Alighiero degli Alighieri, della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 22 maggio e il 13 giugno 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321) è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Considerato il padre della lingua italiana, è l'autore della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale.[1] Il suo nome, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante:[2] nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante Alighieri si affermò solo con l'avvento di Boccaccio.[3] È conosciuto come il Sommo Poeta, o, per antonomasia, il Poeta. Grazie a Dante la lingua volgare raggiunse altissimi livelli espressivi. Biografia[modifica | modifica sorgente] L'opera De Monarchia di Dante. Questa pagina è tratta da: La scrittura e l'interpretazione I (riassunto) di Domenico Valenza.
Il De Monarchia è l'unica tra le opere teoriche di Dante ad essere stata completata. Essa è scritta in latino (lingua di comunicazione tra gli intellettuali di ogni paese) e raccoglie in forma organica le idee politiche dell'autore. L'opera, scritta tra il 1310 e il 1313, è divisa in tre libri. Il primo libro argomenta la necessità della monarchia universale.
Ciò che allontana l'uomo dall'impiegare il libero arbitrio in direzione moralmente corretta è la cupidigia dei beni materiali, che provoca contese e guerre. Il secondo libro è dedicato a considerazioni storiche sull'Impero romano, che è nato dalla volontà di Dio stesso, perchè la parola di Cristo potesse diffondersi con l'unificazione del mondo. di Domenico Valenza. Il pensiero politico di Dante nei versi della Commedia - Treccani Portale. Di Luca Azzetta* Il pensiero politico dantesco, così come si manifesta negli anni della maturità, appare caratterizzato da un’evoluzione frutto della sua vicenda personale (l’impegno nella politica comunale a Firenze, l’esperienza drammatica dell’esilio, la conoscenza diretta delle corti e delle città italiane ecc.) e di una più ampia riflessione sulla storia (il fallimento della spedizione di Arrigo VII, il problema della libertà e della giustizia, le cause della corruzione della società umana ecc.).
Molti e di diversa natura sono i testi in cui esso si manifesta: dal Convivio alle Epistole (V, VI, VII, XI), dalla Commedia alla Monarchia che, portata a compimento probabilmente a Ravenna negli ultimissimi anni di vita, ne rappresenta il punto di arrivo. L’Impero come istituzione universaleLa necessità dell’Impero, istituzione universale e sovranazionale. Il potere imperiale e il potere ecclesiastico: la teoria dei “due soli”L’autonomia del potere imperiale dal potere ecclesiastico.
Mappa concettuale che descrive come secondo Dante dovevano essere divisi i poteri tra Papa e Imperatore. Dante, i due poteri, la cupiditas (di Massimo Borghesi) Dante Alighieri, affresco di Luca Signorelli, nella Cappella San Brizio del Duomo di Orvieto.
Sullo sfondo, l’incipit del Codice Vaticano Palatino Latino 1729, contenente la Monarchia e le Epistole, conservato nella Biblioteca Vaticana I simoniaci, XIX canto dell’Inferno, miniatura lombarda, XV secolo, Ms. It. 2017, f. 219r, Biblioteca nazionale di Parigi.