MICROLEARNING: apprendi dove e quando vuoi. È vero, le nuove generazioni hanno abitudini diverse rispetto a quelle precedenti alla medesima età.
Ma tutti noi, non solo i millennials, ormai consideriamo, lo smartphone un prolungamento del nostro corpo, è uno strumento dal quale non ci si separa, è la prima cosa che si guarda al mattino e l’ultima la sera. Si cammina per strada con il cellulare in mano; c’è chi scrive, chi ascolta la musica, chi risponde a una mail, chi fa una chiamata di lavoro e chi aspetta solo la situazione giusta da intrappolare per poi condividerla sui social. Siamo inoltre abituati a vivere in un mondo che ci permette di conoscere ciò che vogliamo quando vogliamo, basta porre una domanda per esempio a “Siri” o a “Google” e avremo una risposta immediata senza nemmeno doverci sforzare di scrivere.
Non sono solo le abitudini a cambiare ma anche il nostro modo di vivere, di relazionarci con il mondo e di apprendere. Il microlearning può essere applicato in diversi modi. Tre principi chiave per una formazione duratura - Choralia. Grazie alle neuroscienze, negli ultimi anni si sono modificati o rinforzati molti degli assunti “classici” legati all’apprendimento ma, soprattutto, al suo mantenimento nel tempo.
Sono innumerevoli le ricerche che mostrano quanto poco il nostro cervello trattenga di un corso di formazione: circa l’80% dell’apprendimento si perde nella settimana successiva e solo una frazione viene effettivamente mantenuta nel lungo periodo, come dimostrato dalle ricerche storiche di Ebbinghaus sulla “curva dell’oblio” (descritta in seguito).
Questi numeri da soli potrebbero gettare un’ombra fosca sull’industria della formazione: perché investire globalmente miliardi di euro di cui viene ricordato meno del 10%, e comunque qualcosa applicato sì e no dal 6% delle persone? Uno spreco enorme! Questo sicuramente è il pensiero di molti, ma la verità è che questi numeri possono – devono – essere cambiati! Ed i modi ci sono. Oblio in "Dizionario di Medicina" Ripetizione dilazionata. Prima dell'avvento dell'informatica i primi studi di memorizzazione venivano fatti con flashcard in cartoncino Un sistema di ripetizione dilazionata, o ripetizione spaziata (in inglese Spaced Repetition System, SRS), è un sistema didattico volto all'ausilio della memorizzazione di informazioni.
Esso sfrutta l'"effetto di spaziatura" o "effetto di distribuzione temporale", ovvero il fatto che la memorizzazione a lungo termine di una informazione è più facile quando essa viene ripetuta poche volte su tempi lunghi anziché molte volte su tempi brevi. Nella maggior parte dei casi l'SRS viene utilizzato sotto forma di un programma per computer (Spaced Repetition Software). Tali programmi gestiscono le informazioni da memorizzare, solitamente chiamate "carte" (in inglese flashcard, in tedesco Lernkartei), calcolando di volta in volta gli intervalli temporali di ripetizione più adatti.
Storia[modifica | modifica wikitesto] Rappresentazione grafica di tipiche curve dell'oblio Caple, C. (1996). Hermann Ebbinghaus. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Biografia[modifica | modifica wikitesto] Ebbinghaus nacque a Barmen, ora frazione di Wuppertal, in Germania. A 17 anni iniziò gli studi all'Università di Bonn. Il suo principale interesse era la psicologia. Nel 1870 dovette interrompere gli studi a causa della guerra franco-prussiana, in cui si arruolò nelle file prussiane. Nel 1885 pubblicò l'importante trattato Über das Gedächtnis ("Sulla memoria") testo che rappresenta una pietra miliare della psicologia, in cui descrisse gli esperimenti condotti su se stesso riguardanti la memoria ed il dimenticare. Suo figlio, Julius Ebbinghaus, fu un grande filosofo neokantiano. Contributi alla psicologia[modifica | modifica wikitesto] Ebbinghaus non disponeva di un laboratorio, e svolse le sue ricerche in relativa solitudine, senza alcun collegamento con le università del tempo.
In psicologia esistono tre modi per valutare la memoria: Lo psicologo tedesco utilizzò quest'ultimo metodo. La curva dell'oblio: perché dimentichiamo le informazioni che memorizziamo? 10 semplici tecniche per memorizzare le informazioni in modo più efficace. Durante l'intero arco della nostra vita riceviamo continuamente input di ogni tipo, acquisiamo informazioni e conoscenza e mappiamo al meglio delle nostre capacità il mondo circostante.
Data l'enorme mole di dati con cui entriamo in contatto, è comprensibile che non riusciamo a mantenerne nella memoria a lungo termine neppure la metà. Un simile fenomeno dipende logicamente dalla capacità mnemonica del nostro cervello, il quale tende ad eliminare alcune informazioni per ottimizzare la qualità dell'archivio. Immagine di copertina: kulecanbazi Il cervello immagazzina i dati nella memoria a breve termine, per poi selezionarli ed inserirli in quella a lungo termine. Attraverso le operazioni di selezione ed eliminazione dei dati, il cervello tutela la memoria a lungo termine (con capacità di 1000 terabyte) dagli accumuli di informazioni superflue.