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Restaurazione

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Marco Ocram Zuncheddu

Io non ho mai pensato all universo,mi fa sentire così piccolo, non ho mai pensato ai problemi di questo pianeta. Perchè pensare alle cose cattive quando la vita è così bella? ;D

Rivoluzioni del 1848-1849. Lo statuto albertino. Lo Statuto albertino, concesso da Carlo Alberto nel 1848, ha caratterizzato, oltre all'ultima parte dell'esperienza del Regno di Sardegna, anche tutta la vita del Regno d'Italia.

Lo statuto albertino

Unable to read/write the source directory (/var/www/080_www.150anni-lanostrastoria.it/Sito/images/stories/gallerie/1848/), please verify the directory permissions (Go to: Fix permissions tutorial) La carta costituzionale concessa da Carlo Alberto dev'essere inquadrata nella stagione nota come "Primavera dei popoli", la serie di eventi che ha caratterizzato il 1848. In Italia, come del resto in molti Paesi d'Europa, vi era un gran fermento rivoluzionario e quando a Torino si venne a sapere che il re Ferdinando II di Borbone, sotto la pressione popolare, aveva concesso una Costituzione, la medesima richiesta venne avanzata al re Carlo Alberto. Nel volgere di un mese anche il granduca di Toscana, Leopoldo II, e lo stesso papa Pio IX avrebbero a loro volta elargito concessioni analoghe. Concessioni, appunto. GIUSEPPE MAZZINI. Nessuno dei protagonisti della Storia patria aveva un’idea così alta e così completa di cosa dovesse essere l’Italia come Giuseppe Mazzini.

GIUSEPPE MAZZINI

Non il Cavour che, pur essendo stato definito da Spadolini "l’unico uomo di Stato, per uno Stato che ancora non c’era" , si opponeva tenacemente all’idea unitaria intendendola, dopo i fatti del 1860/61, come il semplice ampliamento del Vecchio Regno di Sardegna e come l’avverarsi di ciò che pochi secoli prima aveva detto Emanuele Filiberto di Savoia ("L’Italia? Ma tutte queste speranze si riveleranno, dopo la svolta autoritaria del Pontefice nel 1848, pure illusioni. Tanto meno erano innovative le posizioni di quei liberali di scuola classica guidati in Piemonte dal D’Azeglio ed in Toscano dal Ricasoli che sognavano semplicemente di modificare in senso costituzionale il rapporto Corona-Parlamento senza stravolgere le condizioni sociali ed economiche esistenti. Giovine Italia. Moti del '31. Costituzione octroyée.

I MOTI CARBONARI DEL '20-'21. Il movimento rivoluzionario in Italia era guidato dai Carbonari, che si erano diffusi nel Sud del paese sin dall'epoca della dominazione francese.

I MOTI CARBONARI DEL '20-'21

La società dei Carbonari era un'organizzazione segreta e rigorosamente cospirativa. Negli anni della restaurazione essa aveva costituito delle sezioni non soltanto nel Regno Napoletano, ma anche nello Stato pontificio, in Piemonte e in Toscana, a Parma, Modena e nel Lombardo-Veneto. Gli appartenenti a questa organizzazione provenivano per lo più dalla borghesia, dalla nobiltà liberale e dagli intellettuali progressisti. Il lato debole dei Carbonari era la chiusura delle loro organizzazioni, l'assenza di legami solidi con le grandi masse popolari, l'ignoranza del problema della terra. Il profondo malcontento popolare scoppiò nel 1820, quando giunsero in Italia le notizie sulla vittoria di alcuni moti rivoluzionari borghesi in Spagna, che saranno poi repressi dalla Francia nel '23.

Il pensiero di Giuseppe Mazzini (1805-72). IL CONGRESSO DI VIENNA E LA SANTA ALLEANZA (1814-15) IL CONGRESSO DI VIENNA E LA SANTA ALLEANZA (novembre 1814-giugno 1815) I) Dopo la caduta dell'Impero napoleonico, le potenze vincitrici (Austria, Russia, Inghilterra e Prussia) convocano un Congresso a Vienna per tre scopi: 1) reprimere le spinte borghesi di rinnovamento politico-sociale e le esigenze delle nazionalità che il rivolgimento napoleonico aveva sollevato in tanta parte d'Europa, ma senza distruggere l'apparato burocratico-amministrativo creato da Napoleone; 2) restaurare le legittime dinastie e le autorità nobiliari tradizionali, senza però restituire le terre ai nobili e al clero e senza ripristinare il titolo di imperatore del sacro romano impero; 3) delimitare le nuove frontiere fra gli Stati, assicurando il contenimento della Francia e l'equilibrio europeo, senza tener conto delle identità locali-regionali.

IL CONGRESSO DI VIENNA E LA SANTA ALLEANZA (1814-15)

La Francia inviò come osservatore il ministro Talleyrand, il quale però seppe impedire che il Congresso si trasformasse in una coalizione antifrancese.