In Svezia tutti i sedicenni riceveranno una copia del manifesto femminista di Chimamanda Ngozi Adichie - Amy X. Wang. “Difficile che a 16 anni io sapessi che cosa significava la parola ‘femminista’”, confessa Chimamanda Ngozi Adichie, la scrittrice nigeriana che ha ricevuto diversi premi per opere come Metà di un sole giallo e Americanah.
“Però ero femminista”, aggiunge convinta. L’ultimo libro di Adichie è Dovremmo essere tutti femministi, un saggio intimo che parla di politica della sessualità, di costruzione del genere e delle esperienze personali dell’autrice in quanto donna africana (è uscito sul numero 1079 di Internazionale). Il testo, un adattamento di una conferenza Ted tenuta da Adichie nel 2013 che nel frattempo ha avuto più di due milioni di visualizzazioni su YouTube, è sia una narrazione sentita sia un appello all’azione femminista al livello globale. Questo appello ha ricevuto una reazione attenta almeno in uno stato.
In Svezia, dove il libro è uscito il 1 dicembre, diverse organizzazioni hanno unito le forze per distribuirlo a tutti i sedicenni del paese. Rete per la Parità. Home - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Il direttore in bikini. Avrei dovuto arrabbiarmi e offendermi, da buona vetero-femminista, nel leggere Il direttore in bikini (Casagrande), lavoro dedicato da due giornaliste della Radiotelevisione della Svizzera Italiana agli «scivoloni linguistici» che cercano di rattoppare gli strappi del linguaggio sessista e androcentrico con pezze ancora peggiori.
Francesca Mandelli e Bettina Müller se la prendono infatti con l'uso linguistico che da circa un ventennio si sta insinuando nella lingua italiana (e di conseguenza anche nell'italiano parlato nella Svizzera italiana), di usare il genere maschile per indicare le donne che esercitano professioni generalmente di prestigio e appannaggio storico del sesso maschile. Uni Ca'Foscari: Linguaggio, identità di genere e lingua italiana.
Il femminismo spiegato a mia figlia - Magazine. Restando solo in Italia e senza allontanarci troppo dagli anni cruciali, il movimento sull'onda dell'americano Now (National Organization Women) del '68, coalizzò le donne in scuole, università, fabbriche e non solo, intorno alla battaglia contro la società maschilista di allora per riconoscere all'altra metà del cielo la parità con l'uomo in tutti i campi, dal lavoro alla famiglia.
Cosa (non) è la teoria del gender - Wired. Lingua italiana e sessismo, se le parole rafforzano ancora gli stereotipi. Il primo gesto rivoluzionario, diceva Rosa Luxemburg, è chiamare le cose con il loro vero nome.
Allora una donna è un sindaco o una sindaca? Una direttrice o un direttore? Sono passati oltre vent’anni dalla pubblicazione del libro di Alma Sabatini Il sessismo nella lingua italiana, ma la questione è ancora aperta, perché il linguaggio che usiamo ogni giorno ancora tende a rendere invisibili i soggetti femminili e continua a veicolare stereotipi che appiattiscono l’immagine della donna. Lunedì 17 dicembre, all’Università di Trieste, in occasione della cerimonia conclusiva dell’ottava edizione del corso “Donne, Politica, Istituzioni”, si è discusso dell’uso e del non uso del femminile nella lingua italiana.
Generi e linguaggi, oltre il sessismo delle parole. Come evitare il sessismo della lingua italiana. In Italia il sessismo è ancora vivo e vegeto - Oliver Meiler. Il sessismo e il maschilismo sono calamità storiche, non solo in Italia.
Ma a volte nella politica italiana si manifestano in modo particolarmente brutale. I due esempi più recenti illustrano questa tendenza in modo decisamente grottesco. Patrizia Bedori del Movimento 5 stelle, ormai ex candidata alle elezioni comunali di Milano, si è sentita così offesa dagli insulti ricevuti – “nullafacente”, ma anche “brutta e grassa” – che ha deciso tra le lacrime di gettare la spugna. A questo bisogna aggiungere che perfino il leader del suo partito, il raramente elegante Beppe Grillo, l’ha definita durante uno dei suoi spettacoli una “brava mamma un po’ robustella”. Da un leader che dovrebbe sostenerti in campagna elettorale ci si aspetterebbe qualcosa di diverso. Le paure dei maschilisti Il tempo di Berlusconi è finito, o almeno così pare.
Puttana e puttaniere? Il linguaggio sessista è dentro di noi. Dettagli Posted By Raffaella Mauceri Categoria: Editoriali Pubblicato: 23 Febbraio 2017 Visite: 252 Il termine stereotipo è composto dalla fusione di due parole greche tipos +stereos che stanno per modello resistente.
Linguaggio sessista » Se Non Ora Quando – Torino. Laura Onofri Ormai continuiamo a dirlo… le parole, il linguaggio che usiamo ogni giorno alimentano la mentalità discriminatoria, gli stereotipi contribuiscono a radicarla, ad ostacolare il raggiungimento del pieno rispetto e della parità fra i sessi.
Il regista e fotografo Pietro Baroni e Luz lo hanno capito, e hanno prodotto un video con le frasi più comuni che quotidianamente offendono, umiliano, sminuiscono, discriminano e relegano le le donne in stereotipi di genere. Il sessismo si può combattere con le stesse armi: cambiamo le parole, il linguaggio, riflettiamo su ogni frase, che spesso anche per scherzo o per far “colpo” viene pronunciata da giovani, anziani, uomini e donne, perchè purtroppo la cultura sessista è trasversale… e spesso non riusciamo a riconoscerla.
Frasi come “Comportati da femminuccia”, “Non sei ancora fidanzata?” , “I videogiochi sono solo per i ragazzi”, “Che hai le tue cose?” Donne e conoscenza storica. LINGUAGGIO SESSUATO Rapporto tra realtà lingua e pensiero La lingua esprime la nostra visione dei fatti e guida e condiziona tale visione; di per sé offre una vasta gamma di utilizzazioni, è l'uso che se ne fa a impoverirne o limitarne le potenzialità.
A metà degli anni '80, gli studi di Alma Sabatini e di Patrizia Violi pongono la questione di come la lingua neutra, espellendo da sé ogni traccia di differenza, dia voce "ad un solo soggetto, apparentemente neutro e universale, in realtà maschile […]" e ripensano alla lingua in una "prospettiva diversa, mirante a fare emergere e liberare le possibilità creative e vitali che la differenza sessuale racchiude in sé, nel momento in cui essa diviene luogo ove si esprimono due diversi soggetti, non simmetricamente definiti" .
Torna a La scommessa politica. Linguaggio sessista in un giornale quotidiano. Su facebook è stato segnalato un articolo di cronaca che mostra un linguaggio vergognosamente sessista.
IL quotidiano sotto accusa è il corriere adriatico. Adesso ci facciamo una domanda: E’ legale umiliare una donna con i classici discorsi da bar? Se un linguaggio gender-friendly fa parte della deontologia giornalistica, perchè alcuni quotidiani tendono a violarla? Un trattamento simile è riservato anche agli uomini? Certo che no, infatti la discriminazione sta nel diverso trattamento, spesso umiliante che viene riservato alle donne, descritte come oggetti sessuali e con aggettivi volgari, come quelli che ogni tanto sentiamo al bar.
Adesso trasformiamo l’articolo utilizzando linguaggio razzista, per vedere se l’effetto è uguale. Il linguaggio sessuato usato dai giornalisti. Si dice “il ministro Madia” o “la ministro” o “la ministra”?
Sembrano quisquilie ma le socie di Giulia-giornaliste ci hanno lavorato parecchio e hanno prodotto la Guida al linguaggio di genere “Donne grammatica e media: suggerimenti per l’uso dell’italiano” di Cecilia Robustelli con la prefazione di Nicoletta Maraschio, presidente onoraria dell’Accademia della Crusca. Il femminile di questore e di prefetto. Con un emendamento via linguaggio sessista. Busia: "Declinare al maschile discrimina", Politica - Notizie - Cagliaripad. 12 Ottobre 2016 "Le parole sono importanti, definiscono e sono evocative delle cose e delle persone. Non per niente il diritto ad essere riconosciuti per quello che è il proprio nome è un diritto costituzionale" Autore: Ansa News Altre Regioni l'hanno fatto e da oggi, con l'introduzione nella legge di semplificazione di un emendamento sulla revisione del linguaggio di genere, anche la Sardegna dovrà rispettare delle regole. Almeno nella comunicazione istituzionale. 100Esperte.
Le gioie dell’insegnamento trentacinquesima – cattivemaestre. Verso l’8 marzo. Chimamanda, lettera a una figlia. Un anno e mezzo fa Chimamanda Ngozi Adichie ha avuto una figlia o, come racconta lei adesso, «un adorabile essere umano». E l’ha quasi tenuto nascosto. «Per risparmiarsi il tormentone della maternità come performance». Al contrario di Beyoncé, la diva che ha citato la scrittrice in un suo album, e adesso ha annunciato su Instagram, con galleria fotografica, di essere incinta di due gemelli. Dei due femminismi, valgono entrambi. Quindi non chiedete alla scrittrice nigeriano-americana cosa ne pensa della popstar. Tra una cosa e l’altra ha scritto, sotto forma di post Facebook, la lettera diventata libro: Cara Ijeawele.