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10 tools per realizzare storytelling digitali, senza programmatori

10 tools per realizzare storytelling digitali, senza programmatori
Tutti noi ci siamo innamorati di Snow Fall. Da quando il New York Times nel 2012 mostrò al mondo l’esatta declinazione del giornalismo con gli strumenti digitali, la parola storytelling è entrata a far parte del vocabolario di ogni giornalista. Quel progetto contribuì a convincere gli editori che l’innovazione è un lavoro di squadra tra redattori, grafici, programmatori e analisti di dati. Il successivo NSA Files:Decoded del Guardian non fece altro che confermare questa tesi. Lo storytelling quindi non è materia per i freelance? Con il passare degli anni sono stati sviluppati programmi online che permettono a chiunque di poterne realizzare uno. 1) Story Builder Questo programma permette di creare un racconto multimediale con foto, video, testi, infografiche. 2) Sway Con Sway è possibile inserire qualsiasi materiale nello storytelling. 3) Story.am Story.am è basato sul drag and drop. 4) Storyform Storyform funziona un po’ come WordPress. 5) Odissey 6) Storyline 7) Blind Spot 8) Adobe Voice P.S.

Paolo Aghemo: Digital Storytelling Review of Interactive Storytelling at the New York Times Interactive storytelling takes traditional elements of journalism — words, pictures, data, videos, etc. — and uses web technologies to blend them into an immersive and unique online experience, often allowing the audience to interact with the content. The best way to get a grasp on this type of content is by playing around with it yourself! I recommend checking out 2014: The Year in Interactive Storytelling, Graphics and Multimedia and 2013: The Year in Interactive Storytelling, Graphics and Multimedia. The New York Times is in the business of telling stories. And for a while now, it has been quite good at doing just that. Perhaps a decade or two ago, it made sense to sit down with a copy of the Times at 7 A.M. and leisurely read from cover to cover. To address the evolving habits of this digital news-reading audience (all 176 million of them), the New York Times must figure out how to do what it has always done best — tell stories — on a digital platform. Multimedia Features Background

Fare digital storytelling con iPad Sono tante le raccolte in rete di apps per l'utilizzo dell'iPad nella didattica. Vorrei proporvene una interamente dedicata a strumenti per fare digital storytelling con l'iPad. Puppet Pals: inserite i personaggi nello screen e registrare la vostra voce per costruire brevi scene. La versione gratuita ha un numero di personaggi limitato. Oltre a questi: iMovie, Comic Life. Articoli correlati Digital Storytelling teoria e pratica by Arthur Green on Prezi

Story.AM A. R. VIzzari: Storytelling step by step (Contributo originale di Anna Rita Vizzari) Le sezioni in cui si articola il presente contributo sono le seguenti (cliccando si approda alle singole sezioni): A) Che cos’è e a che cosa serve lo Storytelling. B) Tipologie di “prodotto” di Storytelling. Lo Storytelling è il procedimento del narrare una storia con obiettivi precisi: Qua ci interessa particolarmente il Digital Storytelling, ossia la narrazione che viene effettuata con strumenti digitali: questa categoria a volte viene considerata di per sé stante e altre volte viene considerata comprensiva di altre fra quelle sotto riportate, il cui nome fa riferimento al medium o allo strumento al quale si ricorre per la narrazione. Quali tipologie di “prodotto” si possono realizzare con il Digital Storytelling? In genere, quando si parla di prodotti legati allo Storytelling si individuano 3 fasi: 1) Pre-produzione, 2) Produzione, 3) Post-produzione. Vediamo ora i singoli step. In Inglese In Italiano AA.VV.

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betwyll – betwyll è la app di TwLetteratura che fa dialogare i testi e le persone. Leggi e gioca dentro il testo, commentandolo insieme ad altri lettori con il metodo TwLetteratura. Il piacere di leggere insieme betwyll è un luogo nuovo per leggere e commentare i testi con il metodo TwLetteratura per il social reading. Scegli un libro, proponilo alla community, inizia a leggerlo e a commentarlo insieme ad altri lettori e a nuovi amici con brevi messaggi di massimo 140 caratteri. Una app nata da un gioco fra lettori e studenti Testi Scopri a quali testi la community si sta dedicando e proponi tu stesso nuove letture. Commenti Leggi nell’arena di betwyll i commenti dei tuoi amici sui testi e dialoga con loro. Beta Partecipa allo sviluppo di betwyll diventando tu stesso un beta tester. Community Conosci nuovi amici leggendo il testo e realizza con loro nuovi progetti. Cosa dicono gli insegnanti? “I ragazzi non leggono più? Elisabetta Romano – IISS Caramia Gigante, Alberobello (Bari) Maddalena Santacroce – Liceo Carlo Rinaldini, Ancona Proponi un tuo testo

The 5 Laws Of Content Curation The laws of content curation, should you break them and pay the fine or should you stay legal? Let’s breakdown these really good series of laws on content curation from Steven Rosenbaum: The First Law: People don’t want more content, they want less. We’re overwhelmed in raw, unfiltered, context-free data. This first law breaks down the core need of content curation. The Second Law: Curators come in three shapes. This is really good insight but one thing left unspoken is you can be one or all of these “shape of curators”. The Third Law: Curation isn’t a hobby, it’s both a profession and a calling. This is another really good point. The Fourth Law: Curation requires technology and tools to find, filter, and validate content at the speed of the real-time web. This is a big one. The Fifth Law: Curation within narrow, focused, high-quality categories will emerge to compete with the mass-media copycats who are filling the curation space with lists, cat videos, and meme links.

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