Comment se former aux arts et à la culture en cinq moocs (et quelques semaines) Pas besoin de retourner à l’école pour apprendre à décrypter une œuvre d’art, concevoir un catalogue d’exposition ou entreprendre dans le milieu culturel. Il suffit d’avoir un ordinateur, une connexion, et un peu de temps. Petite sélection des cours en ligne proposés en cette rentrée. Un temps présentés comme une révolution de l’apprentissage, les moocs ne portent probablement pas la démocratisation de l’enseignement tant annoncée, mais leur usage s’est généralisé. Mooc, pour massive open online courses : un cours uniquement dispensé en ligne via des vidéos, des forums ou questionnaires, ouvert à tous et généralement gratuit. Originaires des Etats-Unis, les moocs ont fleuri chez nous voilà cinq ans, y compris dans le domaine des arts et de la culture. “Une brève histoire de l’art” Ce mooc, développé par la RMN-Grand Palais avec la Fondation Orange, est désormais un classique en matière de formation à l’histoire de l’art. Quand ? “Une brève histoire de la photographie” Quand ? Quand ?
The Official Cory Arcangel Website - Super Mario Clouds (2002-) 252 of 254 Post Script: Super Mario Clouds is an old Mario Brothers cartridge which I modified to erase everything but the clouds. Check below for the ROM, a link to the source code, a gif, and instructions on how 2 make it yourself. So, first the gif,......when I originally posted this on the Internet in 02, the web wasn’t actually able to contain video (it sounds funny now, but remember youtube didn’t start making waves till like 05ish??) a The first thing you will need to get is an original Super Mario Brothers cartridge. g Put it over the holes in the circuit board. related code: Super Mario Clouds, 6502, 2002 Files / downloads: arcangel-super-mario-clouds.nes - 6 KB - file exhibitions:
Tre mostre di Mimmo Paladino a Milano Scritto da Stefano Bruzzese | lunedì, 27 giugno 2016 · 0 Mimmo Paladino, Senza titolo, 2006 – Galleria Christian Stein, Pero DENTRO IL LINGUAGGIO C’è qualcosa di arcaico, di ostinatamente primitivo in quasi tutta la produzione di Mimmo Paladino (Paduli, 1948), protagonista di due esposizioni milanesi divise in tre sedi, al Museo del Novecento (Disegnare le parole: Mimmo Paladino tra arte e letteratura) e nei due spazi della Galleria Christian Stein di Milano e di Pero. Verrebbe anzi da dire “necessariamente” primitivo, per un artista che, da quarant’anni ormai, lavora intorno a un’arte concepita come “un lento procedere intorno al linguaggio dei segni”. E il procedere dentro il linguaggio dei segni non può essere che un processo a ritroso, uno scavo fino ai termini minimi della nostra comprensione del mondo, del nostro rapporto figurale con la realtà. Mimmo Paladino – installation view at Galleria Christian Stein, Milano 2016 Stefano Bruzzese
UCR ARTS California Museum of Photography July 7 - December 9, 2018 A Handful of Dust is a speculative history of the 20th century, tracing a visual journey through the imagery of dust from aerial reconnaissance, wartime destruction, and natural disasters, to urban decay, domestic dirt, and forensics, via abstraction and conceptual art. The exhibition features works by over 30 artists and photographers including John Divola, Marcel Duchamp, Walker Evans, Mona Kuhn, Man Ray, Gerhard Richter, Sophie Ristelhueber, Aaron Siskind, Shomei Tomatsu, Jeff Wall, and Nick Waplington alongside magazine spreads, press photos, postcards, and film clips. Conceived by writer and curator David Campany, the exhibition takes as a starting point the 1920 photograph taken by American artist Man Ray of Marcel Duchamp’s work in progress The Large Glass (1915–23) deliberately left to gather dust in his New York studio. This exhibition is curated by David Campany.
souriez 5 artisti italiani da conoscere per spacciarsi da intenditore Pubblicato Un ambizioso progetto ha inaugurato il 29 gennaio al Museion, museo d’arte contemporanea di Bolzano. Francesco Vezzoli, tra i maggiori artisti italiani contemporanei della nuova generazione, firma ben due mostre, una in cui sono le sue opere ad essere protagoniste (a cura di Letizia Ragaglia, fino al 16 maggio 2016) , l’altra che lo vede nei panni di curatore della collezione permanente (fino al 6 novembre 2016). Vezzoli è un nome fondamentale che ben conoscono gli appassionati d’arte nostrana e sedicenti tali. Francesco Vezzoli, Satire of a Satyr, 2011. Francesco VezzoliNasce a Brescia nel 1971, ad oggi è uno dei più quotati e riconosciuti artisti nostrani nel panorama internazionale, amico di molte star tra cui Lady Gaga. Paola Pivi, Untitled (leopard), 2007. Paola PiviAnche lei del ’71, nata a Milano, lavora e vive con la famiglia ad Anchorage, in Alaska. Roberto Cuoghi, Belinda, 2013. Lara Favaretto, Good luck, veduta della mostra. Loris Cecchini, Waterbones (sponge), 2014
LE BAL | Espace d’exposition dédié à l’image-document : photographie, vidéo, cinéma, nouveaux médias. An Exploration of New Media Art: Torolab, "The Region of the Transborder Trousers" 2005 TorolabUploaded by C-Monster. - Discover more animation and arts videos. An artist collective based in Tijuana, Torolab was founded in 1995 by leader Raúl Cardenas Osuna “…as a socially engaged workshop committed to examining and elevating the quality of life for residents of Tijuana and the trans-border region through a culture of ideologically advanced design.” Working in collaboration, Torolab members who include artists, designers, architects and musicians utilize their skills and new technology to research and explore ways to improve urban environments with works ranging from media projects to construction systems and clothing design. There work is very specific to the locations and sites they work in. For instance, in 2008 they created One Degree Celsius, an installation including a scientific garden station and architectural plans for the University of South Florida Contemporary Art Museum (USFCAM).
Le mani di Boetti Premessa sulla sintassi dell’indeterminazione. Una delle frasi che Alighiero Boetti ha scritto nei suoi famosi quadrati dice: “Mettere i verbi all’infinito”. Come possiamo interpretarla? Mi rendo conto che si tratta di un paradosso, ma qui l’interpretazione che viene in mente per prima è la meno immediata e la meno letterale: è l’interpretazione di tipo simbolico. Un’altra interpretazione è di tipo sintattico, ed è più fondata. Il verbo all’infinito non constata, non descrive, non ha tempo, non ha soggetto: è esso stesso soggetto. Nel caso della frase di Boetti “Mettere i verbi all’infinito” si riscontra anche la seconda caratteristica, oltre all’ambiguità, che lo strutturalismo assegnava alla funzione poetica del linguaggio: l’autoriflessività. Boetti, di prima mano. Un’altra frase quadrata di Boetti si svolge in un ambito perfettamente nominale: “Mano libera, pensieri sciolti”. Le sirene cantano. Ulisse ascolta le sirene cantare. Giochi di mano Disegnare con la sinistra è giocare.
LA FRANCE VUE D'ICI – Reportages È morto Luciano Giaccari, memoria del video italiano | Artribune Scritto da Giorgia Quadri | mercoledì, 5 agosto 2015 · 3 Luciano Giaccari IL PROFUMO DELLE BIENNALI Nel mese di gennaio del 2013 conobbi colui che divenne il mio mentore: Luciano Giaccari. Dovevo fare la mia tesi di laurea e la feci su di lui, sul suo archivio, sulla sua storia. Passavo intere giornate in via del Cairo 4 a Varese, sentendo aneddoti, sfogliando cataloghi e libri, guardando video. IL CLIMA DEL 68 Luciano Giaccari ha vissuto all’interno dell’arte per oltre quarant’anni, a partire da quando, dopo un periodo dedicato allo studio e all’imitazione di diversi artisti contemporanei (Buffet, Crippa, Tapies, Scialoja, Rotko) tenne nel 1965 una personale alla Galleria Pizzi di Arona. NASCITA DELLA VIDEOARTE A partire dalla fine degli Anni Sessanta, sul nascere del fenomeno della videoarte, fu uno dei primi in Europa a impegnarsi nell’applicazione di questo nuovo strumento tecnologico al mondo dell’arte, sia sotto l’aspetto teoretico che operativo. Archivio Luciano Giaccari
Luciano Giaccari nel ricordo di Gianni Colosimo | Artribune Scritto da Gianni Colosimo | giovedì, 13 agosto 2015 · 0 Gianni Colosimo, Il grande sonno della trapezista, 1981 – l’annuncio della performance Luciano Giaccari, inaspettatamente, ci ha lasciato il 4 agosto scorso, in questa torrida estate. La sua dipartita mi ha veramente scosso perché è stata una figura per me molto importante. Gianni Colosimo, Il grande sonno della trapezista, 1981 Dato che il girato in Betacam della mia performance giaceva dormiente a Varese presso la videoteca di Luciano dal lontano 1981, per questa occasione decidemmo di “risvegliarlo”, così lui lavorò intensamente con un suo collaboratore oltre una settimana per montarlo. Gianni Colosimo