BRICKS –rivista
Pua! che “Decalogo” – La scuola che non c’è (ed altre storie)
Il combinato disposto di giornalisti manipolatori ed esperti (un po’ creduloni, e che un po’ ci marciano) fanno poi il resto: Key4biz. Nel documento del MIUR si parla di introdurre il cellulare anche nella scuola primaria… (?) Alberto Contri. Questa è una follia bella e buona, un vero e proprio delitto, che testimonia purtroppo una palese ignoranza in campo neurologico e pedagogico. Naturalmente, nel Decalogo non si dice niente di simile. E ancora. È del tutto evidente che i tasti quadrati del pc rimanderanno indietro impulsi tutti uguali per lettere tutte diverse, con i successivi problemi, come dimostrato dagli studi di Karin James. Questa sembra essere l’idea che i critici, quando va bene, hanno della Commissione ( ma anche delle altre che lavorano al PNSD): al MIUR opera una banda di burocrati ignoranti se non addirittura prezzolati. Che i più giovani usino il cellulare soprattutto per distrarsi, è un dato oramai assodato. Terrorismo digitale La lobby delle multinazionali Hi-Tech
Il museo della luna di Luke Jerram
Una luna di 7 metri di diametro sta viaggiando in giro per il mondo grazie al progetto Museum of the Moon, ideato dall’artista britannico Luke Jerram (1974). La gigantesca installazione, che consiste in una sfera illuminata dall’interno su cui vengono proiettate delle immagini ad alta risoluzione della superficie lunare fornite dalla NASA, è stata finora esposta in molteplici location: in Francia, Belgio, Regno Unito, India e Cina. In ogni occasione, l’opera viene modificata per adattarsi nel modo migliore possibile al contesto. “Sin dall’inizio della storia umana”, commenta l’artista, “la luna è stata una specie di ‘specchio culturale’ delle nostre idee, convinzioni e modi di vedere il mondo. Il museo della luna ci permette di osservare le differenze e le similitudini culturali nei diversi paesi. A seconda di dove l’opera viene mostrata, il suo significato cambia radicalmente.”
“Persone online”, come il web ci ha cambiati negli ultimi 18 anni | Agenda Digitale
“Quando nel 1999 è stata pubblicata la prima edizione de la Psicologia di Internet (Raffaello Cortina, 2017, edizione italiana, a cura mia e di Stefano Moriggi) dominavano ancora le librerie di calce e mattoni”, così prende avvio la prefazione alla seconda edizione del volume di Patricia Wallace. Che non si tratti di una seconda edizione, ma di un libro integralmente nuovo lo dimostra, proprio, questo incipit. Dalla fine dello scorso millennio le tecnologie digitali della comunicazione sono, infatti, radicalmente mutate e con loro è cambiato radicalmente il nostro modo di interagire con esse e conseguentemente la nostra vita. In questi diciotto anni, il mondo è divenuto “digitale” e Internet è diffusa ormai quanto la luce elettrica. La psicologia della persona online: libertà di accesso e di critica e narcisismo Per contro e in positivo, chi di noi potrebbe oggi fare a meno di Internet o dei social network anche solo per il proprio lavoro. Social network: miseria e nobiltà
Non si dica “E’ un semplice PPT!”
Tre anni sono trascorsi dal momento in cui ho iniziato con la classe, che ha terminato gli esami di licenza media nei giorni scorsi, un percorso innovativo: l’uso delle ICT nella didattica dell’italiano. All’inizio sembrava tutto un po’ complicato, abbiamo dovuto superare tante difficoltà, per non parlare dei limiti, diciamo, “mentali” dei colleghi che hanno più volte denigrato il lavoro affermando che non si faceva didattica, ma si stava giocando. Un gioco che oggi è servito anche a loro, perché pur di ottenere qualcosa dalla valorizzazione del merito, alla voce uso delle ICT nella didattica, hanno utilizzato alcune semplici applicazioni, dunque, viene spontaneo chiedersi: hanno giocato anche loro? Gli alunni di certo non hanno giocato, il loro è stato un percorso guidato e ragionato sull’uso delle tecnologie nella didattica, che sono e saranno sempre strumenti per la didattica. Mi piace:
Studiare con la linea del tempo
Ho già parlato dell’apprendimento attraverso mappe concettuali e mappe mentali, della capacità di prendere appunti e del metodo di studio in generale. Oggi voglio continuare a parlare di apprendimento efficace attraverso l’uso delle linee del tempo (timeline in inglese). Spesso si trovano già pronte sui libri ma credo che la realizzazione autonoma di una linea del tempo possa costituire un buon esercizio per ricomporre la sequenza o l’evoluzione di una disciplina, qualunque essa sia. La linea del tempo, qualunque stile grafico abbia, dovrà contenere quattro elementi visivi: – un sistema per definire la traiettoria temporale (convenzionalmente corre da sinistra verso destra) – elementi che definiscono vari punti o segmenti sul tracciato temporale – titoli o immagini che definiscono ogni evento – etichette e richiami di approfondimento sulla traiettoria o al di fuori di essa Altre contengono diagrammi e altri dati identificativi dell’evoluzione di un fenomeno.
ClassroomScreen - sfondi per la LIM
Smartphone a Scuola per una nuova cittadinanza digitale: ecco perché
Il Miur ha presentato il decalogo per l’uso consapevole a scuola degli smartphone. Vediamo i contenuti più interessanti dei dieci punti ministeriali. Perché è una novità importante Il MIUR, attraverso il primo e il secondo punto del decalogo riconosce il fatto che non si possono più chiudere gli occhi di fronte al cambiamento digitale ma che il cambiamento va governato e gestito, è quindi inutile proibire l’uso dello smartphone a scuola, ma ogni scuola dovrà predisporre un piano di Politiche di uso accettabile (PUA) dei device mobili in classe. Per una volta si tratta di una posizione d’avanguardia nel mondo, dal momento che l’uso degli smartphone è ancora proibito o molto limitato nella maggior parte dei paesi sviluppati (dalla Francia agli USA, passando per Gran Bretagna). Didattica, cittadinanza digitale e collaborazione scuola famiglia
L'arte dell'illustrazione, quando le immagini comunicano
Avete presente le istruzioni per il montaggio di un mobile Ikea? Quelle che vi permettono di montare anche una casa intera o la Torre Eiffel con una sola brugola? Scherzi a parte, la cosa interessante è che sono istruzioni puramente grafiche. Non c’è una sola riga di testo. E non è semplice riuscire a spiegare le varie fasi di assemblaggio solo con le figure! Provate ad immaginare di dover spiegare per iscritto il montaggio del classico scaffale Billy senza usare una sola figura! Ovviamente non vale per qualsiasi forma di comunicazione. In effetti ci sono molti “libri senza parole” che dimostrano il contrario. … parlo di veri e propri testi “per adulti”. Non servono parole; come un abile regista l’illustratore ci guida in un film muto, dove i primi piani si alternano agli scorci di città e gli sguardi dicono già tutto. Un racconto che sembra uno storyboard cinematografico. In questi romanzi l’aspetto visivo è fondamentale. “dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa.
Fast Drawing for Everyone
If you’re interested in learning more about the magic behind AutoDraw, check out “Quick, Draw!” (one of our A.I. Experiments). Big thanks to the artists, designers, illustrators and friends of Google who created original drawings for AutoDraw. HAWRAF, Design StudioErin Butner, DesignerJulia Melograna, IllustratorPei Liew, DesignerSimone Noronha, DesignerTori Hinn, DesignerSelman Design, Creative Studio If you are interested in submitting your own drawings, you can do that here.