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Veneto Nanotech

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Settore Secondario - Tech & Teach Il settore secondario comprende le attività economiche di tipo industriale. Si consolida nel corso dello sviluppo economico ed è caratterizzato dall'utilizzo intensivo della tecnologia per la produzione dei beni. Il settore secondario è uno dei principali settori produttivi di un sistema economico. Un'altra origine fa risalire il nome "secondario" al fatto che i prodotti industriali sono destinati a soddisfare i bisogni secondari, in altri termini quei bisogni che sopraggiungono soltanto quando sono stati già soddisfatti i bisogni primari (alimentazione, casa, sicurezza). Il settore secondario si occupa della trasformazione delle materie prime e dei prodotti provenienti dal settore primario al fine di produrre dei nuovi prodotti finiti da collocare sui mercati di vendita. Metallurgia Il settore metallurgico è specializzato nella lavorazione dei metalli. Chimica Il settore chimico si occupa della produzione di sostanze impiegate nelle altre attività industriale. Metalmeccanica Edilizia

Economia veneta L'agricoltura La forte politica di razionalizzazione, che ha trasformato l'agricoltura veneta da agricoltura di autoconsumo in agricoltura di mercato, l'ha anche resa tra le più produttive del Paese. Le aziende agricole hanno generalmente dimensioni medio-piccole, e si avvalgono dei moderni mezzi di meccanizzazione per una maggiore resa dei terreni. La parte montuosa della Regione offre colture scarsamente redditizie, pascoli per il bestiame e un limitato sfruttamento dei boschi. Il Veneto fornisce in quantità rilevanti, rispetto alla produzione nazionale, granoturco, orzo, piselli e fagioli, mele e pere, carote, barbabietole, tabacco, vino, riso. L'allevamento Si allevano bovini sia col sistema dell'alpeggio (nei pascoli montani durante la buona stagione) sia col metodo stanziale nelle stalle. La pesca L'industria Mestre e Porto Marghera formano una delle maggiori concentrazioni industriali d'Italia. L'artigianato Torna alla pagina Veneto.

Veneto turismo Veneto alberghi industria commercio agricoltura Sei qui: Home > Regione Veneto Il Veneto è una regione che si trova nel nord-est dell' Italia, il suo territorio è cartina della regione Venetoottimamente distribuito tra pianeggiante quasi il 60%, montuoso per circa il 15% e per il resto montagnoso. Il Veneto dispone di un largo sbocco verso il Mare Adriatico che bagna la regione per quasi 200 km. Il Veneto ha montagne molto alte nel suo territorio come per esempio la Marmolada che è situata nelle Dolomiti e che raggiunge i 3.342 metri di altezza. Nella regione scorrono molti fiumi importanti come il Po, il Brenta, l'Adige e il Piave, in parte del veneto anche il Lago di Garda. Capoluogo di regione è Venezia, città famosa nel mondo, ricchissima di storia e di bellezze da visitare, altre province sono Verona, Treviso, Vicenza e Padova. Venezia con la sua storie e le sue bellezze che tutto il mondo ci invidia è una delle mete turistiche più ambite da visitatori di ogni parte del mondo. Industria in Veneto Agricoltura in Veneto

Economia veneta De Poli: «Troppe aziende venete fallite perche lo Stato non paga» - Veneto - il Mattino di Padova Il parlamentare padovano dell’Udc: «Il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione può ridare ossigeno alle imprese» ROMA. «Siamo fiduciosi del fatto che il governo manterrà gli impegni presi. Lo afferma il senatore di Scelta civica per l’Italia ed esponente Udc Antonio De Poli, secondo cui «in queste ore si stanno accavallando strumentalizzazioni politiche e ipotesi che non hanno avuto finora nessun riscontro reale». «Secondo la Cgia di Mestre, dall’inizio della crisi 15 mila aziende sono fallite per colpa i ritardi nei pagamenti. «Basta con questo scandalo, siamo fiduciosi che il Governo saprà voltare pagina e raggiungere questo traguardo che è merito del rigore nei conti pubblici.

Il lento e inesorabile declino di Marghera effetto domino VENEZIA — Marghera di notte è quasi completamente buia. Da mesi ormai il Petrolchimico non emana più luce. Gli impianti sono chiusi e di giorno i parcheggi delle fabbriche sono quasi deserti. Oggi, quella che era la più grande zona industriale di tutto il Nordest conta meno di cinquemila addetti. Erano quindicimila solo vent’anni fa. E' il caso di Alcoa che contava più di mille dipendenti solo qualche anno fa e che ora non supera i cinquecento o quello della scomparsa Sirma che aveva fino al 2008 quasi duecento operai e sui cui terreni ormai sorge solo un desolante capannone vuoto. Commenta la notizia CONDIVIDI LE TUE OPINIONI SU CORRIERE DEL VENETO.IT

Tolosa, la capitale europea dell’industria aerospaziale - FastPopularity Home » Turismo Visita Tolosa per entrare nel cuore dell’industria aerospaziale europea e organizza una visita guidata delle sue basi più importanti. Oltre ad essere la quarta città francese più popolata e una famosa destinazione turistica, Tolosa è forse meglio conosciuta per essere la capitale dell’industria aerospaziale europea. Dal volo inaugurale di Clément Ader alla costruzione del Centro Spaziale, il più grande del continente, Tolosa è spesso associata all’industria aerospaziale che la rende attraente non solo agli occhi dei turisti appassionati di spazio e aviazione, ma anche di coloro che cercano opportunità di studio e di lavoro in quel settore. L’aeronautica infatti non è solo un’attrazione per turisti a Tolosa: per 35.000 delle 40.000 persone che vivono nella città, fa parte dello stile di vita, con molti lavori in zona legati all’aviazione civile o ai costruttori di aeromobili come Airbus. Tolosa non è famosa solamente per la costruzione di velivoli.

fabbrica Marghera «Industria in difficoltà, basta alibi Colpa anche degli imprenditori «Industria in difficoltà, basta alibi Colpa anche degli imprenditori» Lauro Buoro, presidente di Nice: la crisi c’è dal 2007, oggi muore chi è rimasto fermo ODERZO (Treviso) — «Non ci sono alibi, tutti abbiamo avuto il tempo di mettere la barca in sicurezza. Chi non lo ha fatto non dia la colpa alla situazione complicata di oggi». Vede qualcosa di buono, in questa crisi, Lauro Buoro presidente e fondatore di Nice di Oderzo, ossia una delle non molte aziende dell’industria veneta con bilanci in decisa crescita. E il buono sta in una selezione naturale che salva le aziende vere e sane e non chi ha provato a cavarsela mantenendo l’orizzonte corto. È davvero convinto che la responsabilità delle situazioni di crisi aziendali sia prevalentemente sulle spalle dei proprietari? Perché? Molto spesso gli osservatori economici spiegano certi default con l’esistenza di settori ormai maturi che non potevano che esaurirsi. Torniamo a Oderzo, cioè alla sua azienda.

Seconda rivoluzione industriale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Esposizione universale del 1889 a Parigi Nella seconda metà dell'Ottocento l'Europa occidentale estese e consolidò la propria presenza nel mondo. Il suo prestigio si fondava sulla superiorità nel campo scientifico e tecnologico e sulla potenza industriale e capitalistica, rafforzato in seguito alla scoperta di nuove fonti di energia, come il petrolio e l'elettricità, all'utilizzo di nuovi sistemi di comunicazione e di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Intanto le grandi potenze europee portavano a termine le conquiste coloniali, soprattutto in Africa, spinte dal desiderio di procurarsi nuovi mercati di vendita per i prodotti nazionali e di accaparrarsi materie prime e risorse energetiche a basso costo. In Europa, nel periodo tra il 1850 ed il 1914, si assistette ad una serie di cambiamenti importanti, che mutarono la vita del continente. Descrizione[modifica | modifica sorgente] Pubblicità di lampade elettriche (1897)

La chiusura dell'Ilva blocca Marghera E l’industria veneta è in allarme La chiusura dell'Ilva blocca Marghera E l’industria veneta è in allarme Gravi conseguenze anche a Nordest: a rischio il maxi-deposito con 80 addetti. Ripercussioni pesanti per Fincantieri e siderurgia. Si teme l’effetto sui prezzi VENEZIA —Se Taranto piange, Marghera non ride. Anzi, la serrata dell’acciaieria Ilva, concretizzatasi lunedì dopo la nuova svolta nell’inchiesta, rischia di avere conseguenze devastanti su tutto il mondo siderurgico e produttivo veneto. «Abbiamo chiesto d'urgenza la convocazione di un tavolo di confronto con il governo Monti - dice Luca Trevisan della Fiom Cgil -. Per non parlare dell'indotto.

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