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Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!

Social network: quando ti connetti, connetti anche la testa!
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Tabby; un progetto e una guida per insegnanti sul cyberbullismo Il progetto TABBY non è certamente una novità, ma forse molti dei colleghi lettori del blog non lo conoscono. Si tratta di un programma europeo che affronta quelle sfide "negative" fronteggiate nella quotidianità da insegnanti, istruttori, educatori, dirigenti scolastici, genitori e correlate all'uso improprio della rete e dei nuovi dispositivi digitali da parte dei giovani: principalmente il cosiddetto cyberbullismo, le minacce digitali e i rischi connessi al così detto "sexting" Il progetto punta ad accrescere la conoscenza e le capacità di proteggere i giovani quando usano internet e in particolare i social network, anche attraverso le tecnologie mobili oggi disponibili, che rendono l'accesso alla rete sempre disponibile. E' disponibile una guida per i docenti, liberamente scaricabile, in cui è possibile capire in maniera più approfondita il fenomeno del yberbullismo e scoprire alcune misure per la prevenzione e per l'intervento nei casi in cui si dovesse manifestare. Vai su TABBY Plays

Bullismo e Cyberbullismo | UNICEF Italia In Italia secondo i più recenti dati ISTAT questi fenomeni, pur essendo diffusi e trasversali, registrano numeri più elevati di vittime nelle zone maggiormente disagiate e con percentuali di vittimizzazione superiori per le ragazze. Poco più del 50% degli 11-17enni partecipanti all’indagine ISTAT ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti al sondaggio e sempre nello stesso arco di tempo il 63,3% dei ragazzi e adolescenti ha dichiarato di essere stato testimone di comportamenti vessatori di alcuni ragazzi verso altri. Il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo. Nel 5,9% dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese). La quota più elevata delle vittime si registra tra ragazze tra gli 11 e i 17 anni: il 7,1% delle ragazze che si collegano ad Internet o dispongono di un telefono cellulare sono state oggetto di vessazioni continue sul web. contro il 4,6% dei ragazzi.

"Riconnessioni", l'importanza delle competenze digitali a scuola Di cosa abbiamo bisogno per fare della scuola un laboratorio di innovazione che risponda ai bisogni dei cittadini? Di metterci alla prova e fare squadra. La competenza digitale di cittadini, docenti ed organizzazioni educative è un elemento chiave del progetto Riconnessioni, un grande programma di innovazione nelle scuole e per le scuole avviato ufficialmente nei primi giorni di ottobre. Nasce grazie a Fondazione per la Scuola e Compagnia di San Paolo che investe direttamente 10 milioni di euro in tre anni, ma non potrebbe esistere senza il contributo e la collaborazione di molti partner pubblici e privati, dal MIUR, all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, al Comune di Torino. Il percorso è accompagnato da collaborazioni scientifiche con l’Istituto per le tecnologie didattiche del CNR, il Politecnico e l’Università di Torino e conta su relazioni internazionali con la Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione Europea e la Fondazione NESTA.

La legge sul cyberbullismo: definizioni e trattamento Il fenomeno Il fenomeno lo si conosce bene, forse. Se ne discute tanto. A scuola, il tema in esame viene inserito tra i progetti da svolgere nel corso dell’anno scolastico mentre i mass media riportano i fatti di cronaca che hanno ad oggetto la questione che, a breve, verrà approfondita: il cyberbullismo.[1] Vi è l’uso comune, oramai, di aggiungere non solo il prefisso cyber ad ogni condotta commissiva o omissiva che abbia riguardo al mondo informatico ma, così come da anni accade, si preferisce utilizzare locuzioni anglofone delle quali, il più delle volte, non si conosce nemmeno il significato. I giovani hanno perso il contatto con la realtà. Non è questa una frase scontata del tipo “non ci sono più le mezze stagioni”, ma un dato di fatto. E’ da ricordare, altresì, la “Dichiarazione dei diritti di internet”. La legge n. 107 del 2017 La locuzione bullismo è un “contenitore vuoto” che si riempie di contenuti, a seconda delle condotte che vengono realizzate. La definizione di cyberbullismo

European Framework for the Digital Competence of Educators: DigCompEdu Abstract: As the teaching professions face rapidly changing demands, educators require an increasingly broad and more sophisticated set of competences than before. In particular the ubiquity of digital devices and the duty to help students become digitally competent requires educators to develop their own digital competence. Cyberbullismo: cos’è, cosa dice la Legge e come tutelarsi - deQuo Il fenomeno del bullismo esiste da sempre nella nostra società e ha sempre trovato terreno fertile in determinati ambienti, come per esempio le scuole. L’evolversi delle tecnologie ha portato il bullismo ad attecchire anche in territori nuovi, ovvero il web: è nato così il cosiddetto cyberbullismo, o bullismo elettronico, che consiste nell’utilizzo dei dispositivi elettronici per praticare bullismo su un’altra persona o su un gruppo di persone. Con il trascorrere del tempo gli episodi di cyberbullismo si sono talmente intensificati da aver fatto nascere il bisogno di creare una Legge ad hoc, nella quale viene data una definizione giuridica del fenomeno e vengono definiti i casi nei quali si trasforma in reato. Cyberbullismo: significato La legge a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo è stata introdotta il 18 giugno del 2017. Tra le caratteristiche che definiscono il cyberbullismo ci sono: Le diverse tipologie Leggi anche: “Cos’è il furto d’identità online“.

Pua! che “Decalogo” – La scuola che non c’è (ed altre storie) Il combinato disposto di giornalisti manipolatori ed esperti (un po’ creduloni, e che un po’ ci marciano) fanno poi il resto: Key4biz. Nel documento del MIUR si parla di introdurre il cellulare anche nella scuola primaria… (?) Alberto Contri. Questa è una follia bella e buona, un vero e proprio delitto, che testimonia purtroppo una palese ignoranza in campo neurologico e pedagogico. Neurologi e linguisti sono oramai unanimemente d’accordo nel sostenere che prima dei sette-nove anni occorre evitare di far mettere le mani sulla tastiera di un computer (figuriamoci di un cellulare, cosa che invece avviene già dai due anni in su). Naturalmente, nel Decalogo non si dice niente di simile. E ancora. È del tutto evidente che i tasti quadrati del pc rimanderanno indietro impulsi tutti uguali per lettere tutte diverse, con i successivi problemi, come dimostrato dagli studi di Karin James. Che i più giovani usino il cellulare soprattutto per distrarsi, è un dato oramai assodato. Terrorismo digitale

Conseguenze penali del cyberbullismo - Diritto.net Finalmente la Legge dà il giusto peso al fenomeno che ha trasformato in autentico incubo la vita di migliaia di adolescenti, a volte con epiloghi tragici. Vedremo qui di seguito quali siano le conseguenze penali del cyberbullismo a cominciare dalla sua definizione. (…) per “cyberbullismo” si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on-line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.Art. 1 Comma 2 Legge 71/2017 I contributi figurativi riducono la pensione? In molti si domandano se i contributi figurativi riducono la pensione.

Bullismo e cyberbullismo: come affrontarli a scuola - bSmart Blog Il bullismo è un fenomeno tristemente diffuso tra bambini e ragazzi, che richiede a tutta la comunità educante di tenere sempre alta la guardia. Sono purtroppo frequenti gli episodi di violenza e prevaricazione di cui veniamo a conoscenza in maniera diretta o attraverso la cronaca, ma fortunatamente sono numerose anche le iniziative messe in campo per prevenirlo e contrastarlo. Un’occasione in più per parlarne e combattere l’indifferenza che spesso purtroppo finisce con l’alimentare il fenomeno è la Giornata nazionale “Un Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo”, prevista per il 6 febbraio. Ecco alcuni spunti da cui partire… Il primo passo per prevenire il bullismo è informarsi Nessun intervento può essere efficace se non ci si è prima posti domande come queste: quali sono le manifestazioni del bullismo? Le risposte non sono univoche e non è facile trovarle. Si possono fare molte letture interessanti, ad esempio; ne abbiamo selezionate alcune per voi. I quaderni del Telefono Azzurro

Bullismo e Cyberbullismo Bullismo e cyberbullismo Il cyberbullismo è la manifestazione in Rete di un fenomeno più ampio e meglio conosciuto come bullismo. Quest'ultimo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico. Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Differenze tra bullismo e cyberbullismo

Perché il compito della scuola è insegnare la cittadinanza digitale Vi siete mai fermati a pensare quale sia il ruolo della scuola? Subito dopo l’unificazione, nel 1861, il tasso di analfabetismo era al 78%. Una cifra impressionante. In quegli anni la missione principale era quella di far abbassare il numero di coloro che non sapevano leggere e scrivere. Un obiettivo meraviglioso, che mi riempie d’orgoglio, se penso che anch’io, nel mio piccolo, metto tutti i giorni un mattoncino nelle mura che tengono in piedi il grande edificio della scuola italiana. Certo, Internet è entrato nelle nostre scuole (digital divide permettendo), ma è come se non ci fossimo accorti che stava cambiando le nostre vite, ed anche il profilo di quel cittadino del contemporaneo che, da insegnanti, cerchiamo di tracciare ogni giorno. Ma chi sono il cittadino o la cittadina di oggi? Un “cittadino digitale” che si è formato grazie all’educazione alla cittadinanza digitale. Come fare per attuare questo progetto? Non illudiamoci però.

Sindrome di Down e inclusione scolastica: insieme a scuola e nel mondo | DeAbyDay Le "scuole speciali" non esistono più, ma il diritto all'educazione inclusiva sembra ancora lontano per i bambini con Sindrome di Down. Criticità da superare e strategie da mettere in campo. L'educazione inclusiva è un diritto umano fondamentale di ogni bambino. In occasione della Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down, il 14 ottobre, CoorDown Onlus rilancia il messaggio già promosso durante la celebrazione mondiale: "Insieme a scuola, insieme nel mondo". Perché tutti i bambini hanno diritto a studiare e a imparare il valore della diversità. Nel nostro Paese le scuole speciali sono state abolite oltre 40 anni fa, ma anche da noi le lezioni non sono garantite per tutti a causa della mancanza di insegnanti e supporti necessari. Il discorso vale per tutti i bambini, da quelli normodotati a quelli con disabilità fisiche e intellettive. Cos'è l'educazione inclusiva Foto: Denys Kuvaiev© 123RF.com Educazione inclusiva: cosa dice la legge Educazione inclusiva: le criticità

Come formare cittadini #competentidigitali? #competenzechiave #DigComp #DigCompOrg #EntreComp - cittadinanza digitale La scuola (digitale) del XXI secolo Tutti, se competenti, abbiamo l’opportunità di agire da attori proattivi e cogliere le opportunità dei cambiamenti che caratterizzano i nostri tempi. La scuola è il luogo in cui formare a vivere il cambiamento, esercitare attivamente la cittadinanza (digitale), immaginare soluzioni innovative, ascoltare, accogliere, anticipare i bisogni. Il digitale non è “altro” che va affiancato a percorsi didattici già consolidati, non è evoluzione incrementale. Partecipare! Per formare i soggetti a vivere l’infosfera è opportuno stimolarli e guidarli a partecipare attraverso il digitale (competenza 2.3 Impegnarsi nella cittadinanza con le tecnologie descritta in DigComp 2.0). Sono sempre più frequentati e numerosi gli ambienti digitali finalizzati ad accogliere lo scambio di idee e a condividere ipotesi progettuali. Progettare i percorsi formativi Quali gli obiettivi da perseguire? DigCompOrg Gli studenti nelle classi non sono passeggeri

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