Bugie bugie virali giornalismo. Come riconoscere una notizia falsa. Da qualche mese – più o meno a partire dai successi di Donald Trump e dell’inchiesta di BuzzFeed sui siti di news collegati al Movimento 5 Stelle – anche in Italia si parla molto della diffusione delle notizie false sui social network, e dei siti che le pubblicano.
Facebook in particolare è al centro di un esteso dibattito sulla sua responsabilità nell’offrire una vetrina e anzi una grande visibilità alle notizie false, cosa che secondo diversi osservatori avrebbero alterato la percezione della realtà di milioni di persone. Pochi giorni fa inoltre Paolo Attivissimo, giornalista informatico che da anni si occupa spesso di bufale e teorie del complotto, ha scoperto che molti siti italiani che diffondono notizie false sono riconducibili a un’unica azienda registrata in Bulgaria da un imprenditore italiano. Facebook ha avviato la sperimentazione di alcuni nuovi strumenti per cercare di contrastare la diffusione di “bufale”, ma è probabile che ci vorrà un po’ per vederne i frutti. Fake news, 10 regole per riconoscere le bufale. DOPO le elezioni americane e la vittoria di Donald Trump, il dibattito si è intensificato.
Le false notizie sui social sono trattate oggi alla stregua di una minaccia contro la democrazia. Molti americani sono ancora convinti che grazie alle bufale, diventate virali su Facebook, il tycoon abbia vinto le presidenziali. E nonostante Mark Zuckerberg si sia affrettato a smontare questa teoria, Menlo Park (come Twitter, Google, Reddit e altri) ha dichiarato guerra ai siti ingannatori. Non è un caso che la nuova parola di questo 2016, appena aggiunta al dizionario Oxford, sia ''post-truth''. Una post verità che inganna fino a che non si dimostra una falsità. Bisogna correre ai ripari, ha pensato Melissa Zimdars, professoressa di Comunicazione e Media al Merrimack College in Massachusetts. Evitare estensioni strane. Beppedeleonardis: É il tempo della 'POST-VERITÀ', dopo Brexit, Trump e .. .. "Post-Verità" è stata scelta come parola dell'anno dal dizionario inglese di Oxford.
"Post-Truth" (post-verità) è stata selezionata mercoledì, come parola dell'anno dal dizionario inglese di Oxford. Questa distinzione fa riferimento ad un periodo in cui i fatti sono meno importanti dell'emozione, dopo il voto a favore di Brexit o l'elezione di Donald Trump. "Post-verità" è un aggettivo che si riferisce, infatti, "alle circostanze in cui i fatti oggettivi hanno meno influenza nella formazione dell'opinione pubblica delle emozioni e opinioni personali", secondo la definizione dell'autorevole dizionario.
Perchè una parola faccia il suo ingresso in questa venerabile istituzione, deve essere stata utilizzata in quotidiani e romanzi per almeno dieci anni. Fake news e post-verità: a chi conviene? Fake news e post-verità: ormai non parlano d’altro.
In Germania, dove presto ci saranno le elezioni, Facebook incarica una organizzazione (finanziata tra gli altri da George Soros) di marchiare a fuoco le notizie ritenute inattendibili. Ma “Fake news”, “post-verità” e “debunker” sono solo neologismi, è la neolingua per ridefinire l’ovvio, creare l’illusione di un’emergenza e far passare la disperata ultima difesa di una classe politica che sta scomparendo per un interesse collettivo. Guarda anche: “Guerra ai social“. Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog di ByoBlu. Cosa significa post verità - Andrea Minini. La post verità ( post truth ) è una comunicazione in cui il messaggio viene costruito su una notizia, senza alcuna verifica sulla veridicità del fatto, per suscitare una reazione emotiva e soggettiva del destinatario.
Quali sono le caratteristiche della post-verità Al centro di tutto c'è l'assenza della documentazione sui fatti narrati. Nota. A volte sono indicate delle prove ma sono prove parziali o frasi tratte da una dichiarazione, decontestualizzate per dargli un altro significato. Altre volte, invece, sono fonti completamente false. La notizia si basa su una visione soggettiva degli eventi. Nella post verità l'approfondimento sui fatti oggettivi viene omesso oppure nascosto per costruire una narrazione soggettiva e parziale dei fatti.
Il fatto è meno importante dell'opinione Inoltre, viene fornito al lettore un giudizio di valore preconfezionato sui fatti narrati ( es. condanna o elogio ). Il lettore non matura la sua opinione analizzando i fatti oggettivi. Nota. Nota. Cos’è la post-verità? Risponde la Crusca - Linkiesta.it. Tratto dall’Accademia della Crusca Il lessema post-verità (che da qui in avanti chiameremo meno tecnicamente “parola” per comodità) è esploso nella nostra lingua a seguito della Brexit e più recentemente delle elezioni americane vinte da Trump: al 22 novembre 2016, ricercando con Google sulle pagine italiane del web, si contavano oltre 30.000 risultati (tenendo conto, oltre che di post-verità, anche delle varianti post verità e postverità).
Si tratta di un adattamento dall’inglese post-truth (sul cui significato torneremo a breve) e non stupisce che le occorrenze della parola siano aumentate proprio in concomitanza di due eventi storici di rilievo entrambi di ambiente anglofono (dove la frequenza d’uso della parola nel 2016 è salita del 2000% rispetto al 2015). La rete ha senza dubbio delineato i connotati fondamentali di questa dimensione “oltre la verità”. Gli Oxford Dictionaries ci indicano anche la prima attestazione di post-truth per l’inglese: il 1992.