Quello che ho capito su DFW. David Foster Wallace, per principianti. Intervista a David Foster Wallace. This Is Water di David Foster Wallace. Negli ultimi giorni circola molto online un video creato dal sito di grafica The Glossary e ispirato a un celebre discorso dello scrittore statunitense David Foster Wallace, tenuto il 21 maggio 2005 a un gruppo di neolaureati del Kenyon College e poi diventato molto famoso con il titolo di This is water (qui una traduzione in italiano di Roberto Natalini).
Il nome deriva dalla storiella raccontata da Wallace, morto suicida nel 2008 a 46 anni, all’inizio del suo discorso: «Ci sono questi due giovani pesci che nuotano e incontrano un pesce più vecchio che nuota in senso contrario e fa loro un cenno, dicendo: “Salve ragazzi, com’è l’acqua?” E i due giovani pesci continuano a nuotare per un po’ e alla fine uno di loro guarda l’altro e fa: “Che diavolo è l’acqua?”» Il senso di questa storia era che le realtà più ovvie spesso sono anche le più difficili da vedere, ha scritto Amedeo Balbi. Tumblr.
La persona depressa di Wallce e la pavida filosofia - laCOOLtura. Questo articolo comincia con un nome: David Foster Wallace.
Senza alcuna celebrazione della grandezza letteraria e filosofica di David Foster Wallace o insipida e banale digressione sul nesso tra genialità e sofferenza, faremo piuttosto presente che quando nel gennaio del 1998 scrisse La persona depressa, Wallace sapeva per esperienza, e non solo per conoscenza libresca, di cosa stesse parlando. Questo articolo va infatti avanti constatando che David Foster Wallace si è suicidato nel 2008 (qui un buon riferimento per approfondire su di lui e non solo fare sciacallaggio sulla tragedia), dopo aver scoperto che il farmaco che per anni gli aveva dato sollievo dalla sua depressione, aveva perso effetto su di lui.
Cosa pensa la persona depressa? A mattino inoltrato, una persona depressa si sveglia con gli occhi cisposi dopo qualche ora di sonno guadagnata all’alba seguente una notte in bianco costellata di buchi neri. Chi ha paura dell’uomo? Giovanni Marco Ferone Fonti Fonte immagine in evidenza. David Foster Wallace. Un ricordo a colori. Scritto da Sara Boggio | domenica, 19 luglio 2015 · 0 Corrie Baldauf, Infinite Jest Project.
Phase 1, 2014 REPORTAGE ANTROPOLOGICI “Ho visto completi fucsia e giacche rosa mestruo e scaldamuscoli viola e marroni e mocassini bianchi senza calzini”, scriveva David Foster Wallace (Ithaca, 1962 – Claremont, 2008) a proposito di una crociera extra-lusso nei mari caraibici, in mezzo a “intensità di blu oltre il blu più limpido che si possa immaginare”, e in compagnia della specie di turisti più viziata e peggio vestita d’Occidente. Una cosa divertente che non farò mai più è una cronaca di viaggio impietosa ed esilarante, come tutti i suoi servizi da inviato speciale. Che sono veri e propri reportage antropologici. David Foster Wallace, per principianti.
Una volta, in un’intervista, sua sorella Amy cercò di descrivere David Foster Wallace a chi non lo aveva mai incontrato come «uno che, dopo averci parlato solo qualche minuto, ti sembra appena sbarcato da una navicella spaziale».
Mentre il giornalista David Lipsky, inviato dalla rivista Rolling Stone, trascorse cinque giorni con lui, viaggiando per centinaia di chilometri, parlando di politica, letteratura, cinema, dipendenze e depressione. Lipsky (che ha poi trascritto il materiale registrato nelle loro conversazioni in Come diventare se stessi, minimum fax) inizia così: David Foster Wallace, che avrebbe 50 anni. David Foster Wallace su Roger Federer. Per chi non lo sapesse, Roger Federer è il più grande tennista di tutti i tempi, di quelli che ne nasce uno ogni 100 anni, come Rossi, Gould o Pasolini.
Noi qui vi riproponiamo un bellissimo testo a lui dedicato, scritto da David Foster Wallace, uno dei nostri scrittori preferiti. Quasi tutti quelli che amano il tennis e seguono i tornei maschili in televisione avranno sperimentato, negli ultimi anni, uno di quelli che potrebbero essere definiti “Federer Moments”. Ci sono delle volte, quando guardi giocare il giovane tennista svizzero, in cui la mascella scende giù, gli occhi si proiettano in avanti ed emetti suoni che inducono il coniuge nell’altra stanza a venire a vedere se ti è successo qualcosa.
Questi Federer Moments sono ancora più intensi se hai abbastanza esperienza diretta di gioco da comprendere l’impossibilità di quanto gli hai appena visto fare. Tutti possiamo citare qualche esempio. Continua a leggere l’articolo su Repubblica.it Marco Belpoliti Andrea Cortellessa. David Foster Wallace - Precisione ossessiva e tic linguistici. Una grande fatica ben ricompensata Dal numero di febbraio 2016 Venerdì 15 gennaio 2016 si è aperto Sovvertere, un ciclo d’incontri sulla traduzione organizzato dal gruppo di studenti di lettere dell’Università di Torino Laboratorio Sogno o son testo, che ne ha curato la trascrizione per “L’Indice”.
Le storie di Foster Wallace? Leggile con un logaritmo. D. F. Wallace: logica e fatalismo. «Che senso ha studiare filosofia se serve solo a metterci in grado di parlare con qualche plausibilità di astruse questioni di logica, ecc., ma non migliora il nostro modo di ragionare sulle questioni importanti della vita quotidiana, se non ci rende più coscienziosi di un qualunque... giornalista nell’uso delle pericolose frasi fatte che costoro adoperano per i loro fini personali».
Ludwig Wittgenstein, lettera a Norman Malcolm, 16 novembre 1944 (in Lettere 1911-1951, pp. 321-322, Adelphi 2012) «Tutto ciò che è accaduto, doveva accadere. Tutto ciò che accade e accadrà, deve accadere». È il fatalismo, spiegato da David Foster Wallace nella sua tesi di laurea, discussa nel 1985 e pubblicata solo 26 anni dopo. «Il problema è vecchio quanto Aristotele», scrive Wallace, con riferimento al capitolo nono del De Interpretatione: «Necessariamente domani vi sarà una battaglia navale, oppure non vi sarà», si legge nell’Organon. L'accoglienza della critica è stata tiepida. The End of the Tour, il grande incubo americano di David Foster Wallace. Adriano Ercolani Un film senza drammi e scene madre, fatto di aeroporti, paesaggi innevati, diner a poco prezzo e camere d’albergo.
E proprio per questo The End of the Tour e i due attori protagonisti, Jesse Eisenberg e Jason Segel, arrivano in profondità nel raccontare la muta disperazione e la sensibilità che si tramuta in fragilità di David Foster Wallace Il 12 settembre 2008 il giornalista David Lispky (Jesse Eisenberg) riceve la notizia del suicidio di David Foster Wallace (Jason Segel), da molti considerato il più grande romanziere contemporaneo. Dodici anni prima aveva trascorso con lui cinque giorni per un’intervista a Rolling Stone durante la promozione del suo capolavoro Infinite Jest. The End of the Tour, nuovo film di James Ponsoldt (The Spectacular Now), attraverso la messa in scena di questo breve lasso di tempo riesce mirabilmente a tratteggiare due figure semplici eppure dilaniate, costrette a vivere nell’orrore della loro – e nostra – quotidianità.
Minimum fax. L'introduzione David Foster Wallace è lo scrittore che ho visto, ripetutamente e con assoluta nonchalance, mentre firmava autografi e rispondeva alle domande di fan e di amici, sputare in una tazza da tè bianca (e solo ora, dopo aver letto l'intervista che trovate qui, ho capito perché).
È lo scrittore che ho visto usare un calzino da tennis - a cui aveva preventivamente tagliato la parte superiore elastica - come porta-portafogli. È lo scrittore che più di una volta mi ha sorpreso mandandomi, per interposte persone, i ringraziamenti per avergli regalato la maglietta rossa (con la pubblicità di una marca di cereali) che a quanto pare indossa quando va in palestra.