I BABBALUCI. Biblioteca comunale Palermo. Per i fanatici dei nomi: Bandita, Acqua dei Corsari e altre storie antiche di Palermo. Lungo la odierna via Messina Marine sorgevano alcune contrade ben distinte: tra pirati, impiccagioni e donne di malaffare ognuna di esse prende il nome da una particolarità L’odierna via Messina Marine a prima vista può sembrare un asse viario dedito soltanto alla viabilità, insignificante dal punto di vista storico: non è assolutamente vero. Questa lunga via che costeggia il mare, è densa di storia. Un tempo aveva diverse denominazioni e qualcuno ancora le adopera: il primo tratto era chiamato "Romagnolo", quella più avanti "contrada Sperone", quello appresso "Bandita", fino a raggiungere "l’Acqua dei Corsari". Romagnolo era il primo tratto che si incontrava oltrepassando la via Ponte di Mare. Un tempo collegava il Forte del Sagramento alla borgata Sette Cannoli (via Musica d'Orfeo).
Dov'è il Genio di Palermo? Una mappa per trovarli tutti (anche quelli nascosti) A braccetto con Santa Rosalia il Genio protegge Palermo da tempi immemorabili: nessuno sa con certezza quanti Geni ci siano in città, intanto eccone quattordici I più noti sono a villa Giulia e in piazza Rivoluzione ma ne esistono tanti altri: la leggenda vuole che siano sette i Geni di Palermo ma in realtà sono di più, molti di più, a protezione della città. Dov'è il Genio di Palermo? Una mappa per trovarli tutti (anche quelli nascosti) Federico II riceveva doni dall'Australia 400 anni prima della scoperta: la curiosa storia. La Sicilia era iper connessa nel 1200: alcuni studiosi scoprono che il re svevo possedeva un Cacatua, una piccola rivoluzione storica se pensiamo all'Europa dell'epoca Il "De arte venandi cum avibus" (dal latino = Sull’arte della caccia con gli uccelli) è un importante trattato di ornitologia e falconeria scritto da Federico II nell’arco di un trentennio ed oggi conservato presso la Biblioteca Vaticana (si può "sfogliare" online).
È considerata una delle opere scientifiche più significative del Medioevo ed è inoltre l’unica opera redatta personalmente dal sovrano: un documento da cui traspare tutta la sua passione per l’arte della caccia ed il personale approfondito livello di conoscenza dell’avifauna di quel tempo. Al foglio 18v, stilizzata a fianco al testo e posta accanto ad un esemplare di airone, si riconosce la silhouette di un fiero pappagallo Cacatua (Cacatua sulphurea). Ma allora che ci fa un pappagallo australiano su un documento scritto in Sicilia nel XIIIº secolo? La Palermo di 105 anni fa, entusiasta per il tram. Ecco il video che spopola sui social.
Un documento straordinario, d’epoca, che mostra la Palermo di una volta, nel giorno dell’inaugurazione della prima rete tranviaria della società italo belga Les Tramways de Palerme, in data 24 giugno 1912.
Immagini suggestive e affascinanti di 105 anni fa, di una Palermo in bianco e nero che si apprestava ad accogliere uno dei mezzi pubblici più moderni dell’epoca. Ecco il video che in soli tre giorni ha totalizzato più di seicento condivisioni su Facebook: Pubblicato nel gruppo “Tram a Palermo – Attualità e Storia” dall’utente Maurizio Di Michele, il video mostra l’arrivo delle prime vetture in via Roma, accolte da migliaia di palermitani entusiasti e in festa. Un’inaugurazione che fa apparire quella del 2015 quasi “sottotono”. Uno “sciame” umano di concittadini a bocca aperta invadeva le strade del Centro storico (non ancora sfregiato dalle bombe della guerra) per essere presente in quel giorno speciale. Rusulia Rusulia. Una Città Magnifica. Palermo più di 100 anni fa. Viaggio nel 900. Viaggio nel 900 - Seconda Parte. 9 Maggio 43. "Chi te l'ha detto che ti devo lasciare?": l'omaggio a una Palermo autentica.
Una Palermo autentica e non turistica, un video che è un omaggio romantico: è "L'amuri Miu si tu", sulle note della struggente canzone di Rosa Balistreri Il video è un omaggio a Palermo: Piero Carramusa regala allo spettatore una visione romantica ma non turistica scrivendo alla città "L'amuri Miu si tu".
Carramusa è creatore e amministratore del gruppo facebook "Palermo di una volta", pagina dedicata alle vecchie fotografie e storie della città con oltre 40mila iscritti. I monumenti sono protagonisti si, ma immersi tra strade e scorci autentici, vissuti da cittadini: sulle note di "Cu ti lu dissi", di Rosa Balistreri, Palermo è la destinataria di una canzone d'amore struggente interpretata da Alessandra Salerno. "Cu ti lu dissi ca t'haju a lassari, megliu la morti e no chistu duluri. ahj, ahj, ahj moru moru moru moru, ciatu di lu me cori l'amuri miu si tu. ("Chi te l'ha detto che ti devo lasciare, meglio la morte e non questo dolore. Il Cannocchiale. L'attuale nome è di origine greca ('pàn-ormos' = tutto porto), anche se i greci non hanno mai dominato Palermo.
Infatti, dopo essere stata controllata dai Fenici e dai Cartaginesi, la città fu assorbita dai Romani nel 254 a.C.. Anche in età romana continuò a svolgere il suo ruolo di porto strategico: in seguito le invasioni barbariche la devastarono fino al 535, quando fu occupata dai Bizantini, che ne fecero il loro centro principale in Sicilia. Del periodo romano-bizantino non è rimasto quasi nulla perché, per un lungo periodo, la città fu ogni volta ricostruita dentro le mura, distruggendo regolarmente gli edifici preesistenti.Tre secoli dopo (831), Palermo fu conquistata dagli Arabi che la resero una delle belle e floride città del tempo, specialmente dopo che fu eletta capitale dell'Emirato di Sicilia. Età preistorica La Conca d’oro fu abitata fin da tempi remotissimi grazie alla mitezza del clima e alla fertilità del suolo. Palermo in Un Video del 1934, video... - Palermo di Una Volta.