«Cl@sse 2.0? No, grazie». Gli scettici del digitale. Didattica digitale, l’esperto: “Attenti, il tablet non è un coltellino svizzero” ROMA - Troppa didattica digitale può essere dannosa? La domanda è stata al centro di un incontro voluto da un gruppo di genitori presso la scuola elementare Iqbal Masih di Roma il 22 gennaio scorso. Secondo gli organizzatori infatti c’è più di un motivo e più di uno studio che dimostrano come l’abuso di tecnologia soprattutto nell’insegnamento dei bambini in età evolutiva possa essere deleterio per l’apprendimento e addirittura generare dipendenze e “demenze digitali”.
Nel corso dell’incontro abbiamo intervistato Roberto Casati, direttore di ricerca del CNRS dell'Institut Nicod di Parigi e autore del libro "Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere". Secondo le ultime ricerche scientifiche l'introduzione della tecnologia a scuola potrebbe essere vantaggiosa per i discenti se impartita a piccole dosi, ma diventerebbe controproducente all'aumentare del tempo dedicatole. Ascolta l’audio dell’intervista realizzata da Amisnet. Fondazione per la Scuola - Intervista al Prof. Rivoltella - Università Cattolica (Milano) Rapporto OCSE Talis 2013. Nativi digitali, cittadini di domani. Scuola, competenze e responsabilità.
La scuola e, in generale, le politiche e i programmi formativi sono sempre stati dei temi caldi nel nostro Paese. Un calderone in cui rientrava un po' tutto, ma che ora rischia di rovesciarsi rovinosamente davanti alle nuove sfide del mercato del lavoro, della società e dell'economia. Sfide che il sistema sembra non recepire. Come ha testimoniato il Direttore di FORUM PA Gianni Dominici, nell'editoriale che apre questo dossier, la scuola oggi non è pronta nel formare gli adulti di domani, non parliamo di aule senza PC - anche se pure non è un buon punto di partenza - ma di un modello di insegnamento e di programmi non al passo con i nuovi strumenti. In questa sede intendiamo aprire una discussione, a cui speriamo che partecipino tutti coloro che ritengano di poter portare un contributo interessante, uno spunto di riflessione in più volto a innovare l'attuale modello didattico.
La mancanza di competenze digitali ci costa caro. Tutto quello che manca alla scuola digitale in Italia, con 3 eccezioni. Back to school! Dopo le vacanze estive, consueto, puntuale e annuale appuntamento con la scuola, dove ricominciano le attività didattiche con un calendario che varia di regione in regione. C’è chi comincia prima (già dal 5 settembre) e chi dopo. Entro il 17 settembre, comunque, tutti gli studenti italiani saranno seduti al proprio posto. Prima novità che cala dall’alto: la scuola italiana è chiamata a dematerializzare alcune procedure a partire dalla spending review. Meno carta, più documenti elettronici, più procedure da gestire online. Tutto molto bello, a parole. Per le pagelle online credo non ci saranno troppi problemi, la registrazione digitale dei voti è già abbastanza diffusa, da tempo. Il registro di classe fino a ieri si trovava sulla cattedra a disposizione di tutti: ogni docente sa dove annotare, come annotare, quando annotare.
Il registro del docente si trovava nel suo cassetto pronto ad essere aggiornato e appuntato a discrezione (e responsabilità) del singolo.