How to talk to kids about sex. Rose Wong Today, it’s not enough to have one birds-and-the-bees talk; it needs to be an open, ongoing conversation.
Author and activist Christa Desir explains why and how. The first few times I talked to high school students about sexual assault, when we got to the Q & A section, I was inundated with what I call the “Does that count?” Question. “What if we’re both drinking, does that count?” “What if she said yes but then in the middle she changes her mind, does that count?” “What if neither of us remember the next day?” This happened with different high school groups, and eventually, I realized that something was wrong with my presentation.
With these questions, the conversation changed. By only talking to our kids about the dangers of sexual violence, we’re leaving girls feeling afraid and boys feeling indicted. How do we do this? Step 1: Teach consent Create an understanding in children around consent. Step 2: Advocate for sex education in schools Step 3: Make it an ongoing conversation. Buona la scuola se eccelle chi insegna - Tullio De Mauro. L’articolo dell’Economist “Insegnare agli insegnanti” aiuta a capire che la scuola, il sistema scolastico di un paese, è un’organizzazione complessa.
Per intenderla o modificarla bisogna tenere conto delle sue componenti essenziali: quella di chi sta studiando, quella di chi insegna, quella di chi si preoccupa di migliorare le interazioni tra le prime due. Ciascuna è in sé profondamente eterogenea. A prima vista ci si offre una galleria di individualità diverse pronte per le istantanee, le cronache, le realistiche invenzioni di Giovannino Mosca o del primo Starnone o di Raimo, del primo Sciascia o di Mastronardi o di Mastrocola.
Si dirà che così appare anche una vettura della metropolitana in ore di punta. Chi mette mano seriamente a un aspetto del sistema, per capirci qualcosa, per studiarlo o per modificarlo, prima o poi (meglio prima, se è un decisore politico) si vede costretto a tenere conto dei legami con altri aspetti. E siamo al quarto punto: l’insegnante.
Carmel Mary Coonan: La Ricerca Azione, document... Apprendimento significativo mediato dalla tecnologie. Abstract Le continue e complesse trasformazioni che caratterizzano la “liquidità” della società attuale, generano, rispetto al passato, nuovi valori e stili di vita, che determinano un cambiamento delle modalità conoscitive e comunicative dell’individuo.
In questa nuova prospettiva sociale la visione costruttivista del sapere, in particolare quella del costruttivismo socio-culturale, fornisce una risposta affinché l’individuo possa divenire protagonista responsabile della sua crescita personale e sociale, attraverso un impegno durevole per tutto l’arco della vita. Il modello di apprendimento significativo presentato in questo contributo intende proporsi come una via praticabile nel contesto formativo e scolastico, per promuovere nello studente la competenza intesa come “saper agire, reagire e co-agire pensando”, per aprirsi responsabilmente all’apprendimento del futuro e costruire e co-costruire una cittadinanza consapevole. 1. 2.
Come attuare il modello "Bring your own device" a scuola. Il nuovo piano nazionale scuola digitale è un documento ampio, organico, ben leggibile e costruito non sulle parole ma su dati e risorse.
Ad un excursus iniziale sull’esistente, propone le nuove azioni partendo dai finanziamenti a disposizione e quantificando con chiarezza i tempi e le strategie. Finanziamenti non infiniti, ma importanti e ben integrati fra le diverse fonti e distribuiti in una logica intelligente dell“abbastanza ma non del tutto”. Proprio l’azione #6 del piano raccoglie l’eredità delle “vecchie” classi 2.0 e le trasforma in ambienti per la didattica digitale integrata, pensandoli appunto nella logica della sostenibilità, replicabili potenzialmente in ogni classe di un istituto, previa la presenza di una adeguata connessione e di dispositivi, non solo della scuola ma personali degli alunni. Trucchi e tecniche per calmare una classe rumorosa. Mi è capitato spesso, soprattutto in questo ultimo periodo, di avere conversazioni con alcune colleghe sul tema del silenzio e su come calmare una classe rumorosa.
Molte mi hanno chiesto consigli su come gestire le classi un po’ chiacchierone. Non ho bacchette magiche o formule miracolose a disposizione che di colpo possano trasformare una classe rumorosa e chiacchierona in una silenziosa e pacata, però credo che alcune piccole strategie educative o per meglio dire “trucchi” che tutti noi docenti conosciamo, se messe a disposizione di tutti, possano dare un valido contributo e nel tempo dare i risultati sperati. Sappiamo benissimo che la professione di insegnante è tutt’altro che semplice e gestire una classe rappresenta, oggi più che mai, per gli insegnanti una vera e propria sfida.
Ricordo che “ai miei tempi” ( si dice sempre così, no?) Ci ritroviamo così a dover imparare a gestire la complessità di un gruppo e a trovare metodi di insegnamento sempre più efficaci ed efficienti.