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Compiti di realtà e progetti multidisciplinari « La certificazione delle competenze

Compiti di realtà e progetti multidisciplinari « La certificazione delle competenze
I compiti di realtà La competenza è possibile valutarla solo in situazione, perché è la capacità di assumere decisioni e di saper agire e reagire in modo pertinente e valido in situazioni contestualizzate e specifiche. Secondo le Linee guida, la competenza si può «accertare facendo ricorso a compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte, ecc.), osservazioni sistematiche e autobiografie cognitive». Compito di realtà: «una situazione problematica, complessa e nuova, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite e trasferendo procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica. Pur non escludendo prove che chiamino in causa una sola disciplina, privilegiare prove per la cui risoluzione l’alunno debba richiamare in forma integrata, componendoli autonomamente, più apprendimenti acquisiti. I compiti di realtà: Reale e autentico Related:  compiti di realtà e competenze

Guida pratica alla certificazione delle competenze « La certificazione delle competenze Una Guida pratica alla certificazione delle competenze? Questa Guida pratica è sia uno strumento diagnostico per il docente, pronto all’uso in vista della compilazione della scheda di certificazione ministeriale, sia materiale didattico per lo sviluppo della consapevolezza negli studenti. In funzione valutativa, si può usare nelle fasi di lavoro antecedenti alla compilazione della scheda ministeriale, per individuare facilmente i livelli* di padronanza raggiunti dallo studente nelle competenze chiave.Condivisa e richiamata in alcuni momenti del percorso scolastico, consente agli studenti di conoscere i criteri, le modalità e i risultati attesi con cui sarà valutato il loro livello di competenza, e questo è il primo fondamentale passo per un apprendimento consapevole, attivo e responsabile. *ATTENZIONE: il livello iniziale descrive una padronanza minima, ma va comunque compilato in modo positivo, evidenziando cosa lo studente mostra e non cosa non ha raggiunto. Lessico delle competenze

EAS – Metodologie didattiche a confronto La metodologia EAS (Episodi di Apprendimento Situato) è stata introdotta dal prof. Pier Cesare Rivoltella, diffondendosi in Italia a partire dal 2014. L’unità con EAS è articolata in 3 fasi: preparatoria, operatoria e ristrutturativa, attuando il capovolgimento della tradizionale lezione frontale. In ciascuna fase vengono individuate sia le azioni del docente che quelle degli studenti, riconducendole ad una determinata logica didattica. L’EAS, basata su un’accurata progettazione del docente (Lesson Plan), propone agli studenti esperienze di apprendimento situato e significativo, che portino alla realizzazione di artefatti digitali, favorendo un’appropriazione personale dei contenuti. Riferimenti pedagogici: la metodogia EAS ha come riferimento principale la “scuola del fare” di Freinet ( con la sua “lezione a posteriori”), ulteriori riferimenti sono riconducibili alla Montessori,a Dewey, Bruner, Gardner, Don Milani, alla Flipped Lesson. Vai alla categorizzazione dell’EAS

SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl'idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie. Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull'Italia, sull'Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita.

Competenze chiave, europee, di base, di cittadinanza. Che differenza c’é? – Didattica per competenze Pubblicato il 17 novembre 2014 Quattro tipi di competenze. Come sono definite? quali sono le relazioni tra loro? Andiamo con ordine. comunicazione nella madrelingua;comunicazione nelle lingue straniere;competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;competenza digitale;imparare a imparare;competenze sociali e civiche;spirito di iniziativa e imprenditorialità;consapevolezza ed espressione culturale. Un importante passaggio del documento stabilisce che esse sono considerate ugualmente importanti: non va quindi stabilita tra di esse una gerarchia. Il legislatore italiano ha recepito con insolita rapidità la raccomandazione europea: già nell’agosto 2007 il Governo (Min. In Italia infatti il sistema educativo è tradizionalmente caratterizzato da rigide suddivisioni fra le diverse discipline: una gabbia nella quale era difficile dare spazio alle competenze, giacché esse sono in buona misura interdisciplinari. Le competenze di base sono dunque articolate in quattro gruppi:

La metodologia Inquiry Based Science Education (IBSE) La metodologia Inquiry Based Science Education (IBSE) o Inquiry Based Learning (IBL) è l’approccio pedagogico promosso dalla Commissione Europea (Rapporto Rocard 2007) basato sull’investigazione, che stimola la formulazione di domande e azioni per risolvere problemi e capire fenomeni. Questo metodo prevede una sequenza di fasi innovativa rispetto ai consueti modi di fare lezione. Gli studenti si confrontano con l’oggetto di studio (fenomeno biologico, variabili climatiche, livelli d’inquinamento, strumenti di misura …), si pongono domande, formulano ipotesi, le verificano attraverso esperimenti e ne discutono i risultati. In altre parole Gli studenti devono avere esperienza diretta dei fenomeni che stanno studiando. E questo per due ragioni fondamentali; la prima è che sappiamo dalla ricerca che l’esperienza diretta è la chiave per la comprensione dei concetti e la seconda è che gli studenti costruiscono continuamente la loro comprensione del mondo proprio a partire dalle esperienze.

Che cos’è l’Universal Design for Learning? Il termine Universal Design for Learning (UDL) rimanda a quello dello Universal Design, un movimento per i diritti umani nello sviluppo del prodotto e nell’architettura, che esige la creazione di ambienti e beni per il consumatore utilizzabili dalla più grande varietà di utenti. Chiaramente l’insegnamento e l’apprendimento sono attività molto diverse dalla progettazione e dalla costruzione di ambienti. I principi UDL sono radicati nelle scienze dell’apprendimento al fine di ridurre le barriere nell’apprendimento, come quelle intellettive, sociali, emotive, culturali e/o linguistiche. L’UDL evidenzia come l’obiettivo chiave dei contesti formativi non sia semplicemente quello di trasmettere l’informazione, ma di sostenere e incoraggiare i cambiamenti nella conoscenza e nelle abilità, cioè quello che chiamiamo apprendimento.

Scuola Valore » Geometria Questo nucleo propone attività che consentiranno agli allievi di raggiungere un equilibrio tra le fasi operative dei problemi geometrici legati alla “realtà” e le graduali sistemazioni teoriche che ne conseguono. Si presenteranno strade alternative all’approccio tradizionale basato su calcoli di lunghezza, angoli, perimetri ed aree in contesti artificiosi a favore di situazioni ricche e motivanti che stimolano la produzione di immagini mentali nella visualizzazione delle figure. La professoressa Ornella Robutti introduce il nucleo “Geometria”. Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo dell’Istruzione (novembre 2012) – Scarica il documento Indicazioni nazionali per il curricolo per il primo biennio della scuola secondaria di secondo grado – Scarica il documento Indicazioni curricolari “Geometria” primo biennio della secondaria di secondo grado – Scarica il documento “Matematica 2001” – Introduzione – Scarica il documento

Che cosa vuol dire brainstorming? Brainstorming è un termine inglese composto dalle parole brain (cervello) e storming (tempesta) e significa letteralmente tempesta di cervelli. Questa espressione è entrata nell'uso comune per indicare una modalità di lavoro di gruppo in cui viene sfruttato il gioco creativo dell'associazione di idee: la finalità è fare emergere diverse possibili alternative in vista della soluzione di un problema. Ogni persona del gruppo è stimolata a produrre in modo creativo quante più idee in una sessione di lavoro: ogni pensiero è registrato e poi discusso all'interno del gruppo e solo in un secondo tempo viene eseguita una cernita qualitativa delle idee.A coniare questo termine fu, alla fine degli anni Trenta, il pubblicitario Alex F.

Download Italiano Nel preparare un programma base per la terza età, abbiamo pensato di utilizzare, almeno in parte, il contenuto del conosciuto Programma Base per lo sviluppo logico e cognitivo "Voglia di crescere" adattandolo alle caratteristiche dell'anziano che ha bisogno di recuperare quelle capacità intellettive che si sono ridotte o appaiono offuscate, ma abbiamo pensato anche a tutte quelle persone della terza età che, pur avendo conservato buone capacità di memoria, percettive e di ragionamento logico, vogliano rallentare al massimo e, se possibile evitare, il normale decadimento delle varie funzioni cerebrali dovuto all'età avanzata. Abbiamo, pertanto chiamato questo programma "Voglia di essere", proprio per sottolineare la voglia presente in tutti gli anziani di avere ed utilizzare al massimo le proprie capacità intellettive. Voglia di essere comprende anche molte altre schede originali ad esempio "Il mio vocabolario"

Guamodì Scuola: Lavorare per competenze: repertorio di unità di apprendimento già realizzate per scuola secondaria di II grado Dopo segnalazione di Franca Da Re - a cui questo blog ha già dedicato altri post, con gratitudine - riporto il link in fondo alla pagina che rimanda ad un grande archivio di unità di apprendimento per competenze già svolte (o in via di realizzazione) per la scuola secondaria di II grado. Si tratta di un fascicolo in PDF, scaricabile gratuitamente, di 181 pagine, che raccoglie 54 unità di apprendimento sviluppate (alcune solo parzialmente) nella scuola secondaria di II grado. Per scaricarlo vai in fondo alla pagina, alla voce "Scarica qui le unità di apprendimento per competenze" Questa mole di lavoro, utile e cospicua, è condivisa sulla Piazza Delle Competenze, realizzata dall'USR del Veneto. Le unità di apprendimento sono realizzate secondo il modello che trovi cliccando qui. Sono corredate di consegna agli allievi, piano di lavoro, diagramma di Gannt, esempio di griglia per la valutazione delle dimensioni di processo.

Shakespeare and Italy John Mullan explores how Italian geography, literature, culture and politics influenced the plots and atmosphere of many of Shakespeare’s plays. So frequent and thorough is Shakespeare’s engagement with Italy in his plays that it has been suggested that he travelled to Italy some time between the mid-1580s and the early 1590s – the so-called ‘lost years’ when we have no reliable information about his whereabouts. There is no evidence to support this claim, but it is clear that Italy was his primary land of the imagination. Unlike other countries – such as France, Austria or Denmark – in which he set particular plays, his representations of Italy are diverse and usually precise. Different cities in Italy are chosen for different plays and given distinct qualities and associations. When he so often chose Italian settings for his plays, Shakespeare was exploiting his contemporaries’ lively interest in the country. Discussion of Venice and London in Florio's Italian language manual Carnival

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