Lavorare nell'era digitale, così cambia l'istruzione: i nuovi trend
L’EPSC (European Political Strategy Center) ha recentemente reso disponibile la pubblicazione “10 Trends. Transforming education as we know”. Come sta cambiando l’educazione? Quali sono gli orientamenti che incontrano i bisogni dei cittadini sempre più digitali?
Tabby; un progetto e una guida per insegnanti sul cyberbullismo
Il progetto TABBY non è certamente una novità, ma forse molti dei colleghi lettori del blog non lo conoscono. Si tratta di un programma europeo che affronta quelle sfide "negative" fronteggiate nella quotidianità da insegnanti, istruttori, educatori, dirigenti scolastici, genitori e correlate all'uso improprio della rete e dei nuovi dispositivi digitali da parte dei giovani: principalmente il cosiddetto cyberbullismo, le minacce digitali e i rischi connessi al così detto "sexting" Il progetto punta ad accrescere la conoscenza e le capacità di proteggere i giovani quando usano internet e in particolare i social network, anche attraverso le tecnologie mobili oggi disponibili, che rendono l'accesso alla rete sempre disponibile. E' disponibile una guida per i docenti, liberamente scaricabile, in cui è possibile capire in maniera più approfondita il fenomeno del yberbullismo e scoprire alcune misure per la prevenzione e per l'intervento nei casi in cui si dovesse manifestare.
Essere competenti digitali nel problem-solving #DIGCOMP #post6
Problem-solving La competenza digitale si declina anche come problem-solving e si articola in 4 competenze specifiche: risolvere problemi tecnici, identificare i bisogni e le risposte tecnologiche, innovare e creare utilizzando la tecnologia, identificare i gap di competenza digitale (area 5 problem-solving del framework DIGCOMP). 5.1 Risolvere problemi tecnici
DigCompEdu: ecco come dev'essere il docente della scuola digitale
Abbiamo da dicembre 2017 la versione definitiva del quadro di competenza DigCompEdu il documento che descrive le competenze di cui deve essere in possesso chi insegna: un documento che è diretta espressione della Commissione Europea (che ha commissionato il lavoro al suo Centro di Ricerca – JRC, Joint Research Center), un documento che recepisce in modo maturo la conoscenza ormai patrimonio delle tante esperienze di Scuola Innovativa digitale realizzate dal mondo della Ricerca e della Scuola. La versione definitiva del framework DigCompEdu riporta tutti gli elementi distintivi descritti nell’articolo comparso su questa rivista a luglio 2017 e modifica in modo sostanziale solo un elemento, quello dell’area di competenza sull’impegno professionale del docente (Professional Engagement) da cui è stata “stornata” la competenza di “gestire dati digitali”. Leggi: Competenze digitali, dall’Europa all’Italia la strategia per uscire dall’emergenza Ue, faro su innovazione e competenze digitali
Gravità Zero : GLI STUDENTI APPRENDONO MEGLIO SUI LIBRI CHE SUGLI SCHERMI DEI TABLET: LO CONFERMA UNO STUDIO
Oggi gli studenti si considerano nativi digitali: la prima generazione a crescere circondati dalla tecnologia, come smartphone, tablet ed e-reader. Tenuto conto di questa tendenza, insegnanti, studenti, genitori e politici dovrebbero supporre che la familiarità e la preferenza degli studenti per la tecnologia si traduca in migliori risultati di apprendimento. Ma da un recente studio pubblicato da due ricercatrici dell'Università di Maryland (Patricia A. Alexander, e Lauren M. Singer) abbiamo scoperto che non è necessariamente vero.
Pua! che “Decalogo” – La scuola che non c’è (ed altre storie)
Il combinato disposto di giornalisti manipolatori ed esperti (un po’ creduloni, e che un po’ ci marciano) fanno poi il resto: Key4biz. Nel documento del MIUR si parla di introdurre il cellulare anche nella scuola primaria… (?) Alberto Contri.
De Mauro. Per usare bene il pc occorre saper leggere, scrivere e far di conto
In un intervento su Internazionale.it il linguista ed ex ministro della Pubblica Istruzione Tullio De Mauro si interroga sulla possibile relazione tra uso del computer e sviluppo delle competenze linguistiche e matematiche. De Mauro spiega che l’Ocse ha cercato una risposta a questa domanda raccogliendo dati in 31 paesi. La Frankfurter Allgemeine Zeitung e altri giornali tedeschi sottolineano che gli allievi culturalmente deboli usano il computer essenzialmente per giocare e questo non aiuta nelle conoscenze e competenze digitali. In Francia gli esperti affermano che invece di investire per far crescere il numero di computer nelle scuole, i governi farebbero meglio a investire nell'apprendimento delle competenze di base, come leggere, scrivere e far di conto, necessarie per imparare ad usare il pc.
Nuovi cittadini dell'era dell'accesso
Una sfida educativa in cui genitori non sono lasciati soli: il ruolo della scuola Il ruolo di genitori non è stato mai un ruolo semplice e oggi porta con sé nuove sfide e un impegno attivo a selezionare con attenzione e a partecipare all’esperienza formativa. Le domande che dobbiamo porci sono: le scuole che ogni giorno i nostri figli frequentano sono pronte ad accompagnarli a vivere con competenza e in sicurezza la dimensione digitale? Sono scuole in cui possono crescere come cittadini digitali? È per garantire che tutti i genitori possano rispondere positivamente a questi quesiti che il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca (MIUR) ha lanciato il 27 ottobre 2015 il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) , un documento di indirizzo in cui è descritta la strategia di innovazione della scuola italiana e del suo sistema educativo nell’era digitale. I genitori non sono lasciati soli.