Pierfranco Ravotto: una guida a DigComp 2.1 e D... #DigComp 2.0 una breve presentazione in italiano - cittadinanza digitale. Le competenze per la cittadinanza digitale: DIGCOMP. Quali competenze sono necessarie all’allievo cittadino digitale? Educare alla cittadinanza digitale è progettare esperienze di apprendimento in cui gli allievi siano chiamati ad agire tutte le competenze integrando la dimensione analogica con quella digitale. La competenza digitale è una delle otto competenze individuate nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio “Le competenze chiave per l’apprendimento permanente” del 2006. Essa è stata oggetto di un importante progetto di studio europeo “DIGCOMP: A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe” finalizzato a contribuire alla comprensione dello sviluppo della competenza digitale in Europa e a fissare descrittori esaustivi.
Il framework DIGCOMP Nel quadro di riferimento DIGCOMP la competenza digitale è declinata in 21 competenze specifiche organizzate in 5 aree: 1. informazione, 2. comunicazione, 3. creazione di contenuti, 4. sicurezza, 5. problem solving. Navigare, ricercare e filtrare le informazioni #DIGCOMP - cittadinanza digitale. Navigare, ricercare e filtrare le informazioni è la prima delle competenze descritte nel framework europeo per le competenze digitali DIGCOMP per l’area 1. informazione.
In cosa consiste? Accedere all’informazione online, effettuare ricerche online, articolare la necessità di informazione online, localizzare l’informazione rilevante, selezionare in modo efficace le risorse, navigare tra diverse fonti online, creare strategie personali di informazione. DigComp 2.1: presentazione del modello in italiano. Competenze digitali e DigComp 2.1: facciamo chiarezza. Il processo di trasformazione digitale è necessario, e non può non passare dalle competenze, che sembrano essere il tema centrale per il panorama europeo e nazionale.
Emerge, però, l’urgenza di creare percorsi modulari di approccio al digitale, che tengano conto dei diversi contesti territoriali. Competenze digitali: Houston abbiamo un problema. "Riconnessioni", l'importanza delle competenze digitali a scuola. Di cosa abbiamo bisogno per fare della scuola un laboratorio di innovazione che risponda ai bisogni dei cittadini?
Di metterci alla prova e fare squadra. La competenza digitale di cittadini, docenti ed organizzazioni educative è un elemento chiave del progetto Riconnessioni, un grande programma di innovazione nelle scuole e per le scuole avviato ufficialmente nei primi giorni di ottobre. Nasce grazie a Fondazione per la Scuola e Compagnia di San Paolo che investe direttamente 10 milioni di euro in tre anni, ma non potrebbe esistere senza il contributo e la collaborazione di molti partner pubblici e privati, dal MIUR, all’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, al Comune di Torino. Il percorso è accompagnato da collaborazioni scientifiche con l’Istituto per le tecnologie didattiche del CNR, il Politecnico e l’Università di Torino e conta su relazioni internazionali con la Digital Skills and Jobs Coalition della Commissione Europea e la Fondazione NESTA. La competenza, tutti la cercano ma nessuno la vuole. È fuori di dubbio che una persona “competente” è meglio attrezzata di una persona “istruita”.
Lo è per sé stessa, la sua autonomia, la sua libertà, lo è per la società che vede persone più consapevoli e responsabili e lo è anche per il mondo del lavoro che vede lavoratori ricchi di risorse, capaci di far fronte ai cambiamenti, efficaci. La competenza soffre, però, di una ambivalenza “politica” essendo oggi giocata tra l’omologazione al pensiero dominante e la rivendicazione della diversità, dell’identità, della libertà. A scuola il tema della competenza è, giustamente, sempre più al centro del dibattito. Dico “giustamente” perché la didattica per le competenze è una didattica ricca, è una didattica che attribuisce valore tanto agli studenti che agli insegnanti.
La didattica per le competenze, quella vera non quella farlocca, è una didattica efficace. In Italia mancano le competenze digitali. Nel nostro Paese mancano le figure professionali con le competenze digitali che servono alle aziende.
È quello che ha dimostrato lo studio condotto dalle principali associazioni ICT (AICA, Assinform, Assintel e Assinter Italia) e promosso dall'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) grazie alle attività dell'Osservatorio Digitale. La domanda delle aziende non è soddisfatta dall'offerta di figure professionali adeguate a causa della mancanza di una strategia che coinvolga in modo più sinergico formazione e imprese.
Da una parte i risultati dello studio dell'Osservatorio delle Competenze Digitali indicano che aziende e Pubblica Amministrazione sono altamente consapevoli (80-90% dei rispondenti) dell'impatto della "digital transformation" e della necessità di adeguare le competenze digitali ai nuovi trend del settore (mobile, digitalizzazione di flussi e processi, business analytics, IoT, cloud computing, evoluzioni Web, pagamenti elettronici). Certificare le competenze digitali per garantire le professionalità. Angeli Digitali, Animatori Digitali, Campioni Digitali, eccellenze digitali.
Questi sono solo alcuni dei termini che in questi ultimi mesi vediamo girare sia nel mondo analogico (quotidiani cartacei) che nel mondo digitale (in particolare nei blog e nei social network). Quando usiamo questi termini il collegamento è sempre con le competenze digitali, tema che sta particolarmente a cuore all’Europa e che in Italia spesso fatica ad essere compreso nel modo corretto. In origine c’erano le “patenti digitali” e il world “wild” web Siamo stati abituati negli anni passati una vera e propria corsa all’oro in un settore dove non esisteva alcuna regolamentazione. Il “Bingo!” Al mondo ECDL si aggiungono le certificazioni proprietarie di prodotto, per cui nei curriculum cominciano a comparire diciture di specializzazione su specifici prodotti, il cui ciclo di vita tra l’altro è spesso più breve della durata della certificazione.
Educazione alla cittadinanza digitale v2. #Skillage:quali competenze digitali possediamo per il mercato del lavoro? #DigComp - cittadinanza digitale. Per trovare il proprio spazio nel mercato del lavoro è necessario mettere in campo tutte le competenze, anche quelle digitali.
Esse possono essere la marcia in più che fa la differenza nel momento in cui si fa domanda per un impiego. Siamo pronti per lavorare nella città digitale? A questo quesito ci aiuta a rispondere l’applicazione Skillage guidandoci in un percorso di autovalutazione su 5 specifiche categorire: Idoneità a lavoroProduttivitàComunicazioneSocial MediaGestione dei contenuti e sicurezza. Per favore, non chiamateli nativi digitali. Vado spesso nelle scuole a insegnare le basi della sicurezza informatica e della gestione della privacy in Rete, per cui incontro sovente i cosiddetti “nativi digitali”: i giovani che hanno sempre vissuto attorniati dalle tecnologie digitali e dalle consuetudini sociali che li caratterizzano.
Scuola, il paradosso di tanta tecnologia che non fa vera innovazione. Una carrozza senza cavalli.
Utilizzo spesso questa immagine di una delle prime automobili, nelle conferenze alle quale ho occasione di partecipare, ma anche durante gli incontri di formazione relativi al PNSD che sto tenendo in giro per l’Italia. Rappresenta, appunto, una delle prime automobili, anche se a prima vista sembra una carrozza. In effetti, è proprio una carrozza. Una carrozza senza cavalli, ma con ancora tutte le caratteristiche del precedente modello tecnologico di mezzo di trasporto. È passato un po’ di tempo da allora, e ad un certo punto si è iniziato a capire che il motore, in pratica un “paradigma di propulsione” completamente diverso da quello precedente, consentiva soluzioni tecniche e creative ben diverse e innovative.
Mi sono accorto di poter utilizzare questa metafora in molti ambiti, parlando di digitale, ma è una bella notizia solo per me, così non ho bisogno di inventarmi slide ad effetto! Il modello SAMR. La domanda da cui nascono la mia presentazione e il mio intervento è la seguente: quale atteggiamento dobbiamo avere nei confronti della musa transmediale, ovvero della narrazione transmediale e della cultura della convergenza, che ci promette la libertà della partecipazione ma mette anche a punto il più potente strumento di seduzione manipolatoria che l'uomo abbia mai approntato?
Dobbiamo, come Odisseo, resistere al suo canto o, invece, abbandonarci ad essa e unire la nostra voce alla sua? Non essendo in grado di rispondere a tale domanda, mi limito a offrire un percorso che, forse, ci permette di conoscere meglio la nostra musa seguendo alcune delle sue epifanie e capire meglio l'inquietudine che suscita. Interland: il gioco di Google che prepara i bambini alla vita digitale – Valigia Blu. [Tempo di lettura stimato: 2 minuti] Qualche giorno fa Google ha presentato un progetto di educazione digitale e alfabetizzazione alle notizie rivolto ai più piccoli che si propone di insegnare loro come vivere la rete in maniera sicura e coscienziosa, attraverso giochi e corsi guidati.
Per adesso è disponibile solo in lingua inglese, ma vista l'importanza dell'argomento abbiamo deciso di spiegarvi lo stesso in cosa consiste. La cittadinanza digitale è un argomento di cui ci siamo già occupati su Valigia Blu, siamo convinti che sia importante coltivare la capacità dei bambini di utilizzare la rete in modo responsabile.
Internet rappresenta una delle sfide educative più significative per insegnanti e genitori che oggi si trovano a educare i cittadini di domani. Lavorare nell'era digitale, così cambia l'istruzione: i nuovi trend. L’EPSC (European Political Strategy Center) ha recentemente reso disponibile la pubblicazione “10 Trends. Transforming education as we know”. Come sta cambiando l’educazione? Quali sono gli orientamenti che incontrano i bisogni dei cittadini sempre più digitali? Il sistema educativo, si legge, deve reinventarsi e, in un mondo che cambia assai velocemente, educare al cambiamento e al costante aggiornamento del corredo personale di competenze. Assunzioni, una su tre richiede le competenze 4.0.
La rivoluzione dell'industria 4.0 comanda anche i processi di assunzione dei nuovi lavoratori. Secondo quanto rileva Unioncamere attraverso il sistema informativo Excelsior, un'assunzione su tre ha richiesto capacità di gestire e applicare tecnologie 4.0. "Solo lo scorso anno il 34,2% delle oltre 4 milioni di ricerche di personale programmate", rileva Unioncamere, "si è indirizzata verso profili professionali con competenze 4.0 adeguate per raccogliere questa sfida. Mentre per elevare le conoscenze delle risorse umane già presenti in organico, il 30% delle imprese ha già svolto o intende avviare nei prossimi 12 mesi percorsi di formazione sulle tematiche 4.0". I dati sono stati presentati in occasione del convegno "INDUSTRIA E IMPRESA 4.0 La rivoluzione delle competenze" in corso venerdì a Roma presso Maker Faire. Nativi digitali: analfabetismo che non ti aspetti.
Le competenze digitali prima di tutto! – cittadinanza digitale. Cittadini digitali.