Prezi di Daniele Barca: Ambienti per la didattica digitale integrata. Rivista Educationduepuntozero: Tecnologie e ambienti di apprendimento. La rivoluzione è al di là dell’”angolo” Tecnologie e ambienti di apprendimento di Mario Fierli | del 02/07/2015 | 4 La rivoluzione delle tecnologie digitali riguarda tutti gli ambiti sociali e culturali.
Pone problemi globali e complessi, che meritano una risposta altrettanto globale. La scuola da sola non può offrire l’intera risposta, ma certo ha un compito primario nel produrla. La classe nella nuvola di Chiara Bollattino | del 09/04/2015 | 7 Sono un'insegnante di scuola primaria in un istituto comprensivo della capitale. Gli spazi della scuola nel territorio di Giuseppe Campagnoli | del 01/12/2014 | Tecnologie alleate ai docenti. Il recente studio dall’Ocse, «Students, computer and learning: Making the connection», basato sui dati dell’indagine 2012 evidenzia un elemento solo apparentemente sorprendente: le tecnologie, pur indispensabili, da sole non bastano per migliorare gli apprendimenti, occorre investire di più sulla formazione degli insegnanti.
Solo la relazione con i docenti può “fare la connessione” tra tecnologie digitali e stili di apprendimento degli studenti. Tdjournal.itd.cnr. CONTENUTI MULTIMEDIALI. Immagini 500px Raccolta di siti.
Scuola Valore » Tecnologie didattiche. Animatore digitale by Angela Fossati on Prezi. “Aula 3.0”, la classe flessibile del futuro - Organizzazione della scuola. Il progetto ”Aula 3.0” fa diventare la classe flessibile, trasformandola in un laboratorio attivo di ricerca.
La progettazione e l’attuazione di una classe flessibile implicano la correlazione di alcuni elementi fondamentali: l’organizzazione dello spazio fisico puntando su arredi funzionali agli studenti e alla didattica; l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione; l’applicazione di metodologie innovative basate sul dialogo e sulla collaborazione tra insegnanti e studenti. 2016 – Marzo – BRICKS. Dell'Apprendimento Consapevole: La Didattica come metodologia e prassi dell’educare a imparare. Premessa Quante parole sono state trasferite su carta o in byte negli ultimi quindici o venti anni allo scopo di affermare come sia più corretto un approccio didattico centrato sullo studente e come l’attivismo rappresenti l’unica prospettiva evolutiva della moderna didattica!
La didattica centrata sul soggetto in apprendimento ha sbilanciato il delicato equilibrio, ammesso che ce ne sia mai stato uno, tra didassi e metesi nell’ambito di ricerca didattico. Sempre più forti, poi, sono diventate nel corso degli ultimi anni le derive psicologiche, sociologiche, biologiche e tecnologiche, tali da creare giustificabili sentimenti di sconcerto e, talvolta, di sconforto tra i professionisti, esperti e ricercatori di Didattica ai quali sembrava toccare un ruolo di mero facere et tacere.
2016 – Marzo – BRICKS. Sappiamo davvero come far apprendere? Credenza ed evidenza empirica. Sappiamo davvero come far apprendere?
Credenza ed evidenza empirica. Abstract. La scuola senza classi: 5 soluzioni adottate in Europa. L’"aumento” digitale degli spazi della scuola, il ribaltamento del setting didattico implica un complessivo ripensamento dell’organizzazione scolastica, anche nei suoi spazi fisici e ambienti architettonici.
Si prenda ad esempio il caso del cooperative learning, tipico della didattica digitale: l’accentuazione della collaborazione fra studenti, dello scambio di conoscenze, dell’aiuto reciproco - pur con tutte le mancanze, i vuoti, le delusioni, che l’apprendimento in rete può incontrare - ha invogliato a progettare una scuola che tenesse nel dovuto conto la vita sociale degli studenti a scuola. 2011 – Giugno – BRICKS. ?target_url= Anche i ministeri dell’istruzione europei stanno dando grande rilevanza a politiche educative di modernizzazione dei sistemi scolastici.
Tale processo riserva un ruolo di primo piano agli interventi a supporto dell’innovazione digitale, in base alle priorità tracciate dall’Agenda Digitale europea, ma si basa in gran parte sulla capacità di individuare modelli didattici e ambienti di apprendimento adeguati a una società dell’informazione e a un’economia globalizzata. Proprio in questa ottica si sono mobilitati alcuni tra i più importanti stakeholder europei del settore educativo che, grazie al supporto della Commissione Europea, con il progetto iTEC stanno cercando di delineare i nuovi scenari per l’apprendimento scolastico del terzo millennio. iTEC (Innovative Technologies for an Engaging Classroom) è un progetto di ricerca e sperimentazione su larga scala volto a prefigurare le potenzialità della classe scolastica di domani.
Cos’è un ambiente di apprendimento? Dalla pratica alla teoria. Il costrutto “ambiente di apprendimento” da un po’ di tempo è entrato a far parte del lessico professionale comune e come spesso accade quando un concetto prende piede e si diffonde, il suo significato originario cambia, si inquina, viene piegato agli interessi degli uni e degli altri.
Ecco, allora, che sedie e tavoli/banchi colorati diventano “ambienti di apprendimento”, che un’aula fatiscente non è un “ambiente di apprendimento” ideale e le piattaforme digitali delle case editrici diventare “ambienti di apprendimento”, ovviamente, innovativi. Detto, quindi, che ognuno può dare del costrutto l’interpretazione che crede, che gli è più utile, quale contributo posso dare allo stato dell’arte? E’ da tempo che mi cimento con gli ambienti di apprendimento. Ho scritto, ne ho sviluppati, ho fatto formazione (e ne faccio). Poca aula, abbastanza lavoro a distanza e tantissimo lavoro in piccoli gruppi. Insomma, una teoria estratta, non astratta. 13 people like this post.
Ambienti di apprendimento innovativi – Una panoramica tra ricerca e casi di studio – BRICKS. Indire e.mosa@indire.it; l.tosi@indire.it scarica la versione PDF del lavoro.
Pila Software. Ambiente di apprendimento. La scuola 2.0 non esiste. Abstract Il titolo del contributo, volontariamente polemico, vuole riflettere su cosa significhi oggi in Italia parlare di “scuola 2.0”. L’autore non ignora le molteplici, e spesso positive, esperienze di didattica multimediale ma è convinto che dietro molte sperimentazioni non ci sia altro che una “digitalizzazione” di una didattica ancora largamente 1.0.
In altre parole si vuole dimostrare che una “scuola 2.0” è quella in cui sono molto chiari obiettivi e strumenti di una eventuale didattica multimediale, che non si riduca ad “elettrificare” la tradizionale lezione frontale. A tale proposito vengono svolte riflessioni sullo scenario di riferimento degli ultimi dieci anni, sulle sperimentazioni tecnologiche sinora attuate (blog didattico, tablet in classe, flipped classroom, byod, netbook per gli studenti) e si invita a riflettere sulle basi pedagogiche, prima che metodologiche, che sorreggono la cosiddetta “scuola 2.0”. L’Aula del XXI Secolo come Ambiente di Apprendimento.
La “Scuola” intesa come Spazio Fisico Nel dibattito sulla riforma della scuola viene spesso sottovalutata l’importanza della scuola intesa come “Habitat“, spazio fisico e architettonico in cui ha luogo il processo di insegnamento e apprendimento. L’idea che gli ambienti in cui si svolge l’attività educativa siano come lo Spazio newtoniano “vuoti contenitori” caratterizzati da uniformità e universale omologazione, ha radici antiche nella scuola italiana. Negli altri paesi monitorati dall’OECD, esistono architetti specializzati nello School Design, che lavorano insieme ai rappresentanti di docenti e studenti per creare gli spazi educativi.
Ma è davvero irrilevante lo spazio nel quale si svolge la didattica? Può migliorare l’apprendimento scolastico in edifici cadenti e fuori norma? L’ambiente didattico deve essere solo uno scatolone vuoto? Quali Spazi per una didattica basata sulle Nuove tecnologie? Componenti della Classe del XXI secolo secondo Open Colleges. LA CITTA’ DELLA CONOSCENZA Scuola del futuro: non più verifiche e interrogazioni ma progettualità e creatività.