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Gianfranco Marini (Insegnantiduepuntozero), L’Aula del XXI Secolo come Ambiente di Apprendimento

Gianfranco Marini (Insegnantiduepuntozero), L’Aula del XXI Secolo come Ambiente di Apprendimento
La “Scuola” intesa come Spazio Fisico Nel dibattito sulla riforma della scuola viene spesso sottovalutata l’importanza della scuola intesa come “Habitat“, spazio fisico e architettonico in cui ha luogo il processo di insegnamento e apprendimento. L’idea che gli ambienti in cui si svolge l’attività educativa siano come lo Spazio newtoniano “vuoti contenitori” caratterizzati da uniformità e universale omologazione, ha radici antiche nella scuola italiana. Negli altri paesi monitorati dall’OECD, esistono architetti specializzati nello School Design, che lavorano insieme ai rappresentanti di docenti e studenti per creare gli spazi educativi. Ma è davvero irrilevante lo spazio nel quale si svolge la didattica? Può migliorare l’apprendimento scolastico in edifici cadenti e fuori norma? L’ambiente didattico deve essere solo uno scatolone vuoto? Quali Spazi per una didattica basata sulle Nuove tecnologie? Componenti della Classe del XXI secolo secondo Open Colleges E in Italia? Mi piace:

https://insegnantiduepuntozero.wordpress.com/2015/02/05/laula-del-xxi-secolo-come-ambiente-di-apprendimento/

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Rivista Educationduepuntozero: Tecnologie e ambienti di apprendimento La rivoluzione è al di là dell’”angolo” Tecnologie e ambienti di apprendimento di Mario Fierli | del 02/07/2015 | 4 La rivoluzione delle tecnologie digitali riguarda tutti gli ambiti sociali e culturali. Pone problemi globali e complessi, che meritano una risposta altrettanto globale. La scuola da sola non può offrire l’intera risposta, ma certo ha un compito primario nel produrla.

Cos’è un ambiente di apprendimento? Il costrutto “ambiente di apprendimento” da un po’ di tempo è entrato a far parte del lessico professionale comune e come spesso accade quando un concetto prende piede e si diffonde, il suo significato originario cambia, si inquina, viene piegato agli interessi degli uni e degli altri. Ecco, allora, che sedie e tavoli/banchi colorati diventano “ambienti di apprendimento”, che un’aula fatiscente non è un “ambiente di apprendimento” ideale e le piattaforme digitali delle case editrici diventare “ambienti di apprendimento”, ovviamente, innovativi. Detto, quindi, che ognuno può dare del costrutto l’interpretazione che crede, che gli è più utile, quale contributo posso dare allo stato dell’arte?

Tecnologie alleate ai docenti Il recente studio dall’Ocse, «Students, computer and learning: Making the connection», basato sui dati dell’indagine 2012 evidenzia un elemento solo apparentemente sorprendente: le tecnologie, pur indispensabili, da sole non bastano per migliorare gli apprendimenti, occorre investire di più sulla formazione degli insegnanti. Solo la relazione con i docenti può “fare la connessione” tra tecnologie digitali e stili di apprendimento degli studenti. Ma in questi anni gli investimenti si sono orientati altrove. Anche nei paesi più “tecnologici” come gli Usa, la Gran Bretagna e la Finlandia non si evidenzia un miglioramento significativo negli apprendimenti scolastici rispetto a paesi come la Corea e il Giappone, che sono eccellenti nei punteggi Ocse-Pisa – ma dove gli studenti usano meno il computer e internet. I migliori sono poi gli studenti che a scuola fanno un uso “moderato”: dunque sia il “non utilizzo” che l’uso eccessivo delle a scuola sono “negativi”. Paolo Ferri

Unio: lavagna virtuale per lezioni da condividere in tempo reale sui dispositivi degli studenti Unio è uno strumento gratuito che permette di condividere una lavagna virtuale per lezioni multimediali, da condividere con i dispositivi degli studenti in tempo reale. I docenti devono registrarsi al servizio e creare le proprie lezioni dalla propria dashboard. Occore da subito scegliere un soggetto e ci si ritrova una editor strutturato per slides, sulle quali è possibile aggiungere testo, immagini, documenti PDF, Word e PowerPoint, video YouTube. Una volta che la lezione è pronta per essere presentata alla classe, l'insegnante fa clic sul pulsante Launch Live Session per generare un PIN di accesso.

Per un’innovazione inclusiva: ricomporre la frattura tra l’umano e il tecnologico La transizione al digitale si è presentata da subito come un processo complesso in cui abbiamo assistito non alla scomparsa/sostituzione dei vecchi media – da molti tuttora paventata – a vantaggio di nuovi media e delle reti sociali digitali; bensì, ad un’integrazione, ibridazione e convergenza, ad una sorta di galassia riconfigurata (McLuhan), in cui l’accesso e le possibilità di elaborare informazioni e conoscenze creano le condizioni per una maggiore autonomia – e quindi responsabilità – dei soggetti comunicanti. Ma, pur cambiando profondamente la “natura” degli strumenti, degli ambienti comunicativi e degli ecosistemi sociali, le questioni sono le medesime: la nostra attenzione deve, pertanto, continuare ad essere posta sulla qualità delle relazioni comunicative (e dei processi educativi) e sui rapporti di potere (conoscenze, competenze, asimmetrie, inclusione). (Immagine di copertina).

Bottega Didattica Web Publishing e Cura dei Contenuti Avere a disposizione links relativi a risorse web che possono interessarci per le nostre attività o che intendiamo condividere con altri è un'esigenza tra le più comuni per chi esplora il web o lo utilizza per scopi di apprendimento, aggiornamento, informazione, o anche per semplice divertimento. Esistono diverse piattaforme di bookmarking e vari social network che consentono di pubblicare links, ma non sarebbe meglio, come molti sostengono, fare qualcosa di più che limitarsi a pubblicare links? Una delle modalità del web publishing, insieme al blogging e microblogging, ai post sui social media, è la "cura dei contenuti": trovare, selezionare, organizzare, contestualizzare, presentare e condividere risorse presenti sul web. Si tratta di una evoluzione delle forme del web publishing che sta acquistando sempre più peso. BagTheWeb

Ambienti di apprendimento innovativi – Una panoramica tra ricerca e casi di studio – BRICKS Indire e.mosa@indire.it; l.tosi@indire.it scarica la versione PDF del lavoro Per una didattica laboratoriale produttiva (anche) con l’aiuto del digitale 6 novembre 2018 Come conciliare le attività didattiche laboratoriali con l’insegnamento di una grande mole di contenuti disciplinari come spesso siamo chiamati a fare? Le due opzioni possono sembrare incompatibili tra loro e far lavorare gli studenti in modo attivo, laboratoriale o in gruppo, ci sembra portar via troppo tempo alla trasmissione di contenuti fondamentali e al loro apprendimento. Da qui la scelta più facile e apparentemente efficace di una didattica tradizionale che ci aiuti a ‘svolgere e completare il programma’.

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Silvana Loiero Un tentativo di definizione L'espressione "ambiente di apprendimento" è oggi molto usata nel lessico delle scienze dell'educazione. "Quando le immagini parlano": ecco di cosa si è parlato durante il webinar I seminari on line I Lunedì Digitali, proposti da quest’anno da De Agostini Scuola, hanno lo scopo di illustrare le principali piattaforme digitali free che vengono presentate in base alle loro funzionalità d’uso nella didattica con esempi di lezione: uno stile di insegnamento accattivante, coinvolgente e pratico può dare vita ad uno stile di apprendimento davvero innovativo, cooperativo e inclusivo che sarà fonte di maggior successo e soddisfazione per i docenti e per gli studenti. “Quando le immagini parlano” questo il titolo del webinar che si è svolto Lunedì 9 Ottobre. L’immagine è il principale veicolo di comunicazione per trasmettere concetti in modo immediato e accattivante. In questo webinar abbiamo imparato a creare immagine interattive a supporto di una didattica innovativa ed efficace esplorando insieme le piattaforme free utilizzabili sia da pc che da tablet. > Trovate il programma di tutti gli appuntamenti de I LUNEDI DIGITALI qui

Una pratica formativa che ha un metodo: Evidence Based Education - Pensiero Critico Agli inizi del 2000 John Hattie svolse un'indagine per il Ministero dell'Istruzione della Nuova Zelanda sull'influenza delle famiglie e delle strutture scolastiche sull'apprendimento degli studenti (ved. bibliografia 2003). Egli notò che venivano investite molte risorse economiche nella costruzione di nuovi edifici e nella riduzione della grandezza delle classi, veniva data molta enfasi al coinvolgimento dei genitori nella gestione delle scuole (ignorando la loro co-responsabilità nel migliorare l'apprendimento dei figli) e, infine, venivano evidenziate le difficoltà degli studenti come se essi fossero "il problema" e come se la scuola "non avesse" questa responsabilità. Egli scrisse (p.2): Interventi di carattere strutturale, o sulle famiglie, o sulle politiche sono come cercare il proprio portafogli, perduto tra i cespugli, sotto un lampione solo perchè è lì che c'è luce. Egli aggiungeva (p.4):

Il tablet di ardesia Ovvero come fare e farci odiare le App. Al ritorno da un viaggio di istruzione, durante il mio primo anno di docenza, un alunno, di solito vivacissimo, che si era scalmanato tutto il giorno, si intristiva e si rabbuiava man mano che ci avvicinavamo a casa. “Che c’è, Mario, la gita non ti è piaciuta?”. “Tantissimo, mae’. Penso solo al tema che ci toccherà domani…”. Apprendimento significativo mediato dalla tecnologie Abstract Le continue e complesse trasformazioni che caratterizzano la “liquidità” della società attuale, generano, rispetto al passato, nuovi valori e stili di vita, che determinano un cambiamento delle modalità conoscitive e comunicative dell’individuo. In questa nuova prospettiva sociale la visione costruttivista del sapere, in particolare quella del costruttivismo socio-culturale, fornisce una risposta affinché l’individuo possa divenire protagonista responsabile della sua crescita personale e sociale, attraverso un impegno durevole per tutto l’arco della vita. Il modello di apprendimento significativo presentato in questo contributo intende proporsi come una via praticabile nel contesto formativo e scolastico, per promuovere nello studente la competenza intesa come “saper agire, reagire e co-agire pensando”, per aprirsi responsabilmente all’apprendimento del futuro e costruire e co-costruire una cittadinanza consapevole.

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