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Related: morzi • Tutoria • LEZIONE in particolareAlzarsi in piedi all'ingresso in aula dell'insegnante: una questione sociale Alfonso Indelicato – L’assessore all’Istruzione della Campania ha recentemente caldeggiato il recupero dell’uso di alzarsi in piedi all’ingresso in aula del professore. Da insegnante nelle scuole superiori da poco in pensione, devo dire che l’argomento non mi ha mai coinvolto troppo. Ho sempre pensato che il cuore dell’istituzione scuola non consista in riti ed usanze, ma nella lezione cattedratica (il che non vuol dire necessariamente dietro la cattedra), quella che taluni pedagogisti disprezzano in nome di sperimentazioni di dubbia efficacia. Può sembrare un discorso sessantottardo ed invece è tutt’altro, in quanto gentiliano. Naturalmente ciò non significa che il “contorno”, cioè anche i rituali come per l’appunto l’alzarsi in piedi, non abbiano importanza. Ma qui sorge il dilemma: viene prima l’insegnante o l’alzarsi al suo ingresso?
Chitarra Categoria: Piani di studio e Programmi - ordinamento previgente 10 anni suddivisi in 3 periodi: - periodo INFERIORE (5 anni) - periodo MEDIO (3 anni) “Ti porto un Porto dal porto di Porto” ovvero la “didattica dell’appiglio” Renato Marini, naturalista, psicologo e intellettuale – davvero un peccato che sia sconosciuto ai più: ho appreso più informazioni utili da lui che da tutti i professori che ho avuto – sostiene che per imparare occorrono soprattutto tre elementi: il desiderio, un maestro, la costanza nell’esercizio. Concordo in pieno: un’istruzione di qualità dovrebbe agire sui tre fronti, sviluppando negli studenti la cosiddetta motivazione ad apprendere, formando docenti preparati (non solo dal punto di vista dei contenuti ma anche dei metodi) e insegnando agli alunni la costanza (già, la costanza può essere insegnata!). Circoscrivo questo mio intervento al primo aspetto, quello relativo alla motivazione, e preciso fin da subito che ci sono molti modi per accendere la voglia di studiare, ma che si riconducono in sostanza a un principio base: l’alunno desidera imparare e approfondire quando è protagonista – e protagonista attivo – nell’apprendimento.
Smartphone, pediatri: Mai usarli a scuola o durante i compiti a casa Mai usare tablet e telefonino mentre si fanno i compiti o a tavola, quando la famiglia è riunita. Meglio tenerli spenti anche prima di andare a dormire. Sono regole chiare impartite da esperti della Società italiana di Pediatria (Sip) al termine di una ricerca che sarà presentata al 75° Congresso di Pediatria in calendario a Bologna.
Registro elettronico: aggiornato in tempo reale, ma scuola deve fornire attrezzature Quale la normativa relativa ai registri elettronici? Quali conseguenze per i docenti se l’amministrazione non fornisce computer e linea internet? Il decreto legge n. 95 del 6 Luglio 2012 prevede all’art. 7 comma 27 che:
Google Keep, il tuo assistente per gli appunti. Come usarlo nella didattica Continuiamo con gli articoli dedicati alla console G Suite for Education. E’ il momento di parlare di Google Keep. Come gli altri applicativi è estremamente versatile e interessante oltre che facilmente collegabile con alcune app dell’organizzazione. - Chitarristi, è ora di imparare a leggere la musica Edito da Volonté & Co., Reading for Guitar è il metodo realizzato da Roberto Fazari e Donato Begotti di RGA per permettere - finalmente - ai chitarristi di imparare a leggere la musica senza annoiarsi. Ammettiamolo con serenità: la maggior parte di noi chitarristi non sa leggere la musica. Non sappiamo farlo perché, fondamentalmente, una tablatura ci è sempre rimasta più simpatica e immediata, perché "per suonare il blues non serve saper leggere la musica", perché ci annoiavamo alle lezioni di solfeggio e lettura... se le abbiamo mai fatte. E allora ci vuole un metodo che ci riporti sulla retta via. Beninteso, è vero, per godere di un bending intonato, per fare le smorfie durante un'improvvisazione, non serve necessariamente saper leggere la musica. Ed è vero che ci sono tanti chitarristi famosi che non sanno leggere la musica (forse però dovremmo cominciare a pensare che paragonarci a loro non sia proprio lecito...).
Insegnamento capovolto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. In ambito educativo, con classe capovolta (o insegnamento capovolto o didattica capovolta) ci si riferisce a un approccio metodologico che ribalta il tradizionale ciclo di apprendimento fatto di lezione frontale, studio individuale a casa e verifiche in classe. A livello internazionale, tale approccio è identificato dall'espressione inglese flipped classroom. Principi[modifica | modifica wikitesto] L'insegnamento capovolto è una metodologia didattica che si propone di rendere il tempo-scuola più produttivo e funzionale rispetto alle esigenze della società nella Information Age, radicalmente mutata in pochi anni. I fautori di questo metodo ritengono che la rapida mutazione indotta dalla diffusione del web abbia prodotto un distacco sempre più marcato di gran parte del mondo scolastico dalle esigenze della società, dalle richieste del mondo delle imprese e dalle abilità e desideri degli studenti e delle loro famiglie.
Modest Musorgskij - Una notte sul Monte Calvo L’origine de Una notte sul Monte Calvo di Modest Musorgskij (1839 – 1881) è piuttosto movimentata, in quanto il compositore russo ha lavorato su questo pezzo per molti anni. Infatti il materiale musicale che troviamo in questo poema sinfonico fu composto, cambiato, ripreso, orchestrato ed adattato a più riprese nel corso degli anni e fu usato per occasioni diverse e sotto diversi titoli. Alla fine, dopo la morte di Musorgskij, Rimskij-Korsakov riprese l’ultima versione del poema sinfonico, a cui Musorgskij stava lavorando nel momento della sua morte, e le diede il titolo di Una notte sul Monte Calvo. La versione originale di Musorgskij venne scoperta solo nel 1968 e da allora è quella più eseguita per l’organico di ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 cornette, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani, triangolo, tamburello, tamburo, piatti, grancassa, tam-tam e archi. La partitura di Musorgskij riportava il seguente programma della composizione:
Modest Musorgskij – Una notte sul Monte Calvo: Guida all'ascolto Ciao, ti do’ il benvenuto a questa guida all’ascolto. Come dicevo nell’introduzione, ci sono due versione di Una notte sul monte Calvo: quella originale di Mussorgsky e quella di Rimskij-Korsakov. Bene, io ho deciso di presentarti quella di Rimskij-Korsakov perché sicuramente è la più conosciuta.
41° anniversario morte Mario Francese: il CNDDU invita docenti a ricordarlo Comunicato CNDDU – Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani intende riportare alla memoria di tutti la figura di Mario Francese, straordinario giornalista siciliano che ha onorato il suo lavoro, la Sicilia e il Nostro paese con il suo esempio. Il 26 gennaio del 1979 Cosa Nostra uccise Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia, che con il suo impegno civile raccontò le storie indicibili di una terra divorata dalla Mafia. Mario Francese scriveva “ciò che per i mafiosi non doveva essere scritto e portato alla coscienza di tutti”, per tale ragione pagò con la vita quel voler andare sempre sino in fondo. Primo fra tutti svelò la frattura tra corleonesi e palermitani e descrisse lucidamente le strategie interne, politiche e territoriali della Mafia. “Che male c’è ad amare Totò Riina? Lo ritengo innocente!”
Come studiare, alcuni metodi per promuovere l’apprendimento in classe a casa Molto spesso un dubbio amletico dell’insegnante è il seguente: si può cambiare un metodo di studio o promuoverne uno negli studenti? Molto spesso un dubbio amletico dell’insegnante è il seguente: si può cambiare un metodo di studio o promuoverne uno negli studenti? Soprattutto profili di alunno molto diversi tra loro, e ognuno degli studenti ha spesso un proprio metodo di studio già consolidato nei cicli d’istruzione pregressi. In un’ottica di continuità didattica col passato, è bene ricordare che possono coesistere tranquillamente diversi metodi di studio, e che possono e devono essere inoltre adattati a ognuno di propri alunni, a seconda delle inclinazioni personali di questi ultimi. Un primo esempio storico di metodo di studio è l’SQ3R, elaborato nel 1946 da Francis Robinson e poi diventato SQ4R negli anni Settanta (nella sua versione più aggiornata). Questa sigla è, com’è facile immaginare, l’acronimo che identifica i vari step che gli alunni devono seguire per poter studiare.
Attività didattiche interdisciplinari ed esempi di unità didattiche (brevi e lunghe) L’insegnamento interdisciplinare può essere considerato, e di fatto lo è, un approccio ambizioso da usare in classe. Richiede creatività e, congiuntamente, attitudine alla sperimentazione, Ciò permette di realizzare attività in modo semplice e, certamente, più accattivanti e più coinvolgenti. Queste includono: Miglioramento del pensiero critico Cos’è un curricolo e come si pianifica? Breve excursus sulla progettazione scolastica Fin dai suoi albori, il concetto di curricolo è stato legato allo sviluppo di sistemi scolastici – come quello statunitense – fortemente improntati all’autonomia locale nella legislazione didattica (nonché a quei sistemi educativi con una grande presenza di istituti privati). In Italia, si dovrà aspettare il 2000 per sentir parlare per la prima volta di “curricolo”: precisamente, grazie il Decreto Ministeriale 234 del 26 giugno di quell’anno, intitolato “Regolamento recante norme in materia di curricoli nell’autonomia delle istituzioni scolastiche”. Oltre a introdurne il concetto, tale documento sancisce il diritto di ogni istituto scolastico a pianificare il proprio curricolo in maniera del tutto autonoma nella misura del 20% (in termini di monte-ore), mentre il restante 80% viene definito dal Ministero.
sany wrote that but it changed the name accidentally by ssany Apr 5