Quando le mani sanno parlare... Cosa osservate di un persona che vi sta parlando?
Gli occhi? Sicuramente; dallo sguardo si può capire molto del vostro interlocutore. E le mani? Io le guardo sempre, osservo i loro movimenti, le proporzioni, la forma. È quasi un’ossessione, per me (ne ho fatto anche un intero archivio su Pinterest). E così ho cominciato ad osservare le mani nella pittura. Ma la passione per le mani non è, naturalmente, una mia personale mania.
E l’osservazione delle mani è persino il tema di una bellissima canzone di Giorgio Gaber! Mille modi, dunque, per parlare di mani che parlano… ed ecco, allora, alcune mani famose dal mondo della scultura. La creatività nella didattica. Ho trovato un’interessante mappa dell’arte e della creatività.
Si tratta di una mappa mentale: una rappresentazione libera e soggettiva dell’educazione all’immaginazione. È interessante osservare che la creatività è posta come strumento chiave per affrontare lo studio di qualsiasi disciplina e l’approccio ad ogni argomento. A questo proposito è molto interessante vedere il video dal titolo “Cambiare i paradigmi dell’educazione” in cui Ken Robinson tratteggia un nuovo modello di apprendimento basato proprio sul pensiero creativo, sul problem solving e sullo sviluppo delle capacità emozionali ed artistiche.
Scegli un tema, cerca le immagini, raccontalo. Dalla lezione frontale a quella laterale. Pare che la lezione frontale sia ormai considerata inefficace o addirittura dannosa (!).
Allora ho deciso di passare alla lezione laterale. Come funziona? Semplice: io mi sposto di lato, non mi siedo alla cattedra, e lascio parlare le immagini. Tre punti di vista sulle cose: le proiezioni ortogonali. Dall’alto, di fronte, di lato.
Bastano questi tre punti di vista per descrivere visivamente qualsiasi oggetto. Tre viste (ma a volte ne bastano due, a volte ne servono quattro) che costituiscono le proiezioni ortogonali, o metodo di Monge. Sono considerate una rappresentazione oggettiva, fedele. Ma in realtà nessuno di quei punti di vista è possibile per l’occhio umano, perché presuppone una distanza infinita dall’oggetto osservato, tale che questo non subisca deformazioni prospettiche.
Quando, infatti, guardiamo un oggetto a distanza ravvicinata, le linee tra loro parallele appaiono convergenti. Dunque le proiezioni ortogonali sono quanto di più astratto e cerebrale abbia partorito la mente umana. Certo non si trattava di una rappresentazione a scopo tecnico (cioè restituire dimensioni e forma esatta degli oggetti) ma dell’unico modo che avevano gli Egizi di raffigurare spazi e cose senza la simulazione della terza dimensione. Fotografare nei musei, quando i visitatori diventano arte. Poter scattare liberamente foto nei musei: una possibilità che aspettavamo da tanto tempo e che, finalmente, è diventata realtà anche in Italia.
Ma attenzione, non è detto che quest’opportunità migliori il nostro rapporto con le opere d’arte… poterle fotografare a piacimento, difatti, potrebbe paradossalmente portare ad osservarle con meno attenzione, delegando ai pixel il ruolo di archivio della nostra memoria visiva. L'insostenibile leggerezza dell'arte - Didatticarte. Navigando, come amo fare, nel magico mondo di Pinterest, mi sono imbattuta spesso in installazioni artistiche realizzate sospendendo degli oggetti.
Ho visto galleggiare per aria qualsiasi cosa, anche la più ordinaria. Istintivamente ho cominciato a collezionare queste immagini chiedendomi cosa me le rendesse così affascinanti… La risposta è banale ed immediata: perché appaiono leggeri e senza peso contraddicendo, dunque, la nostra istintiva esperienza del mondo e delle cose e, in particolare, la legge della gravità! Sembra quasi che qualunque oggetto, specie se moltiplicato in una gran quantità di esemplari, diventi immediatamente suggestivo se appare in levitazione: è una ricetta talmente collaudata che credo che chiunque possa creare un’installazione del genere andando a colpo sicuro.
Il mondo visto da un'altra prospettiva: l'arte dell'anamorfosi! - Didatticarte. Sembra una parola complicata, in realtà l’anamorfosi non è altro che un’immagine fortemente distorta che acquista la «vera forma» solo quando l’osservatore si dispone in una particolare posizione molto inclinata rispetto al suo piano.
Ogni giorno vediamo delle anamorfosi attorno a noi: la segnaletica stradale orizzontale (come la scritta “stop“, il pittogramma della bicicletta, etc…) è sempre anamorfica affinché le scritte appaiano leggibili da un punto di vista molto radente. Gli appassionati di calcio, inoltre, possono osservare un tipico esempio di anamorfosi nelle pubblicità della TIM poste accanto alle porte di calcio: dal punto di vista delle telecamere appaiono due pannelli verticali con il logo dell’azienda, in realtà sono due tappetini stesi ai lati della porta.
Proprio per i suoi effetti ottici sorprendenti, l’anamorfosi è stata sfruttata spesso nella pubblicità, anche negli spot video. Ecco un paio di esempi molto ben riusciti: Gli appunti degli artisti. Cosa c’è dietro un’opera d’arte?
È una domanda che mi sono posta molte volte. Un dipinto, una scultura, un qualsiasi manufatto artistico, anche se prodotto rapidamente e, apparentemente, di getto, nasconde dietro uno studio, un’osservazione della realtà, un’elaborazione concettuale. Quasi tutti gli artisti e progettisti prendono “appunti”, prima di lavorare sull’opera vera e propria. Facciamo una mappa insieme!
Ho già parlato di mappe per la visualizzazione della conoscenza in questo post e in quest’altro, ma non mi sono mai soffermata sul loro iter di realizzazione, sulle fasi necessarie per passare dal testo scritto alla mappa vera e propria.
Premetto che le mappe che faccio realizzare in classe sono una via di mezzo tra quelle mentali e quelle concettuali (presentano una struttura a rete come quelle concettuali ma, come quelle mentali, non contengono preposizioni verbi o altro nei collegamenti); dunque non prendete questo post per una guida rigorosa: voglio solo raccontarvi il mio metodo con un esempio pratico. Il volto nell’arte tra realismo, idealizzazione, stilizzazione ed espressionismo.
La rappresentazione del viso umano nella storia dell’arte è un argomento complesso ma affascinante.
Uno di quelli che si possono affrontare in maniera filosofica e dotta oppure in modo più intuitivo e sensoriale. Se volete approfondire la materia secondo il primo approccio non posso che consigliarvi la lettura dei numerosi testi di Flavio Caroli dedicati alle varie declinazioni del volto umano: dalla fisiognomica al viso di Cristo, dal rapporto volto-anima alla storia del ritratto dal Rinascimento ad oggi… In questo post voglio provare, naturalmente, con il secondo approccio, quello che ritengo più utile dal punto di vista dell’efficacia didattica. Incontro ravvicinato con Piero Manzoni. Io – Ciao, io sono Emanuela Pulvirenti. Piero – Ciao, Piero Manzoni. (stretta di mano)
A che ora è iniziata l’arte contemporanea? Non me l’ha chiesto esattamente con queste parole, ma più o meno era questo ciò che un lettore, tempo fa, voleva sapere da me. Difficile spiegargli che, ancor prima di cercare una risposta, bisognerebbe ripensare la domanda… È vero, ci sono date che scandiscono la storia. Quando l’arte non invecchia mai. Mi imbatto sempre più spesso in varie reinterpretazioni attuali di opere d’arte di ogni epoca. Le ho viste rifatte in flash mob, fotomontaggi, tableau vivant e perfino in graffiti e videoclip. L’immagine di apertura, ad esempio, è una fotografia di Samuel Aranda ribattezzata “Pietà Yemenita“, un’iconografia della sofferenza che purtroppo si ripete ogni volta che una madre si fa carico del dolore di un figlio.
Ed ancora un messaggio forte, da luoghi di devastazione e guerra civile come la Siria, è il fotomontaggio di Tammam Azzam della serie Freedom Graffiti: un bacio di Klimt disteso sulla facciata bombardata di un palazzo. Come si duplica una scultura? Per una strana coincidenza, questa domanda mi è stata fatta nello stesso giorno in due classi diverse. In una quinta me l’ha chiesto una studentessa quando ho spiegato che Antonio Canova aveva rifatto le Tre Grazie per un committente inglese che aveva molto apprezzato la prima versione dell’opera (quella che è oggi all’Hermitage di San Pietroburgo).
In una seconda classe me l’ha chiesto uno studente quando ho raccontato che la maggior parte delle sculture greche che vediamo oggi nei musei sono in realtà copie di età romana. Masaccio via Skype, storia di una videolezione. Studiare con il glossario. Studiare l'arte confrontando gli opposti. Geometria ed arte: il quadrato. Cos’avrà mai il quadrato di tanto accattivante? Come vediamo il mondo intorno a noi? Guardare e vedere. Analizzare un quadro in tre mosse.
Tempo fa ho scritto un articolo sulla lettura dell’opera d’arte. Studiare l’arte confrontando gli opposti. Analizzare un quadro in tre mosse. Le sette meraviglie prospettiche in architettura. Uno degli aspetti più sorprendenti dell’architettura è la possibilità che offre di modificare la percezione dello spazio ingannando l’osservatore in merito alle reali dimensioni di un ambiente. La prospettiva accidentale: il mondo visto dall’angolo. Prospettiva accidentale. Due parole capaci di gettare gli studenti nel panico… Eppure “accidentale” vuol dire semplicemente imprevisto, casuale. Cogli il movimento… fai una foto futurista! Esercizi creativi con una graffetta. L’idea mi è venuta dopo aver visto il video di Ken Robinson sulla necessità di cambiare i paradigmi dell’educazione, video di cui avevo già parlato in questo post.
Finnabair. Un’idea per la tesina: correva l’anno… Lo spazio svelato dalla luce. Se il testo diventa immagine. Una linea che racchiude il volto: il ritratto di profilo. Dall’ellisse all’architettura: costruzione di un’unità didattica. Fisica ed arte: la visione dei colori. Tutti pazzi per i labirinti! I dieci comandamenti per una presentazione perfetta. Studiare l’arte con Facebook: esperimenti di didattica informale. Insegnare ed imparare arte e creatività. Cinque regole per realizzare una lezione efficace. La tassonomia di Bloom per la didattica dell’arte. La prospettiva sul corpo umano: lo scorcio. Didattica dell’arte con i video-podcast.