Scuola: un tema nelle mani di un gruppetto di “specialisti”? Tutti promossi, la Scuola finta che sforna analfabeti futuri operai. Bisogna che finalmente qualcuno abbia il coraggio di dirlo: in Italia oggi in ogni ordine d’istruzione un bel voto si prende molto più facilmente di un tempo; anche perché, se così non fosse, il numero dei “non ammessi” all’anno successivo dovrebbe essere forse doppio (o triplo) rispetto a quello attuale.
Da almeno tre decenni il Ministero della Pubblica Istruzione (che oggi non si chiama nemmeno più così) profonde sommi sforzi per far comprendere agli insegnanti che le bocciature non sono gradite “colà dove si puote”. Gli insegnanti, troppo spesso lontani dal possedere un cuor di leone, si adeguano. E le promozioni fioccano, aumentando di anno in anno, proporzionalmente al diminuire del livello culturale degli alunni. Tanto l’importante è superare i quiz Invalsi. Giornata mondiale dell'errore, a Bologna torna l'Error Day: "Venite e sbagliatevi tutti" A Bologna è tempo di Error Day, ovvero la giornata mondiale dell’errore che quest’anno ha come tema l’educazione.
“L’errore è parte della nostra condizione umana, non un limite momentaneo superabile una volta per tutte, ma un ineludibile risvolto dell’esistenza. Studenti con Alto Potenziale, cosa può fare la scuola. Lettera. La didattica per competenze: una “Pedagogia capitalista” per addestrare a flessibilità e precarietà? Non ci può essere competenza senza conoscenza! Lettera. Dalla campanella alle file di banchi: le sei pratiche inerziali di cui la scuola si deve liberare (16/04/2018) Dalla scuola del controllo alla scuola dell’apprendimento, dalla scuola impostata per obiettivi-contenuto-verifica, incentrata sul docente, che parte dal programma, che legittima la lezione frontale alla scuola dell’apprendimento, che parte dal punto in cui ogni alunno si trova, che va avanti per laboratori, che valuta non il risultato ma il progresso fatto.
È questo il sogno di scuola che Daniele Novara e l’equipe del Centro Psico Pedagogico di Piacenza hanno condiviso sabato con i mille insegnanti ed educatori che sabato hanno affollato il Teatro Carcano di Milano nel convegno "La lezione non serve. La scuola come comunità di apprendimento". Una scuola che nascerà da un Manifesto in sei punti, che vanno a toccare ciò che nessuna delle tante riforme della scuola ha mai sfiorato, il tema metodologico, il come organizzare i processi di apprendimento. Manifesto della scuola che verrà.
Il nuovo esame di maturità e la sua funzione sociale. Tutta la scuola si elementarizza negli apprendimenti, a farne le spese i bravi. Lettera. Inviata da Mario Bocola – La scuola si è avviata verso una elementarizzazione delle conoscenze di base e a farne le spese non sono affatto gli alunni che presentano un quadro gravissimo di insufficienze in pagella, ma quelli capaci e meritevoli, cioè gli alunni che ogni giorno studiano, si impegnano, sono diligenti.
Se si abbassano sempre più di standard di apprendimento penalizziamo gli alunni bravi e li condanniamo ad essere a priori degli sconfitti. La scuola primaria è diventata un “buon asilo”, la scuola secondaria di I grado una “buona scuola primaria”, la scuola superiore una “buona scuola secondaria di I grado, una laurea triennale un “buon liceo”. Crepet, basta scuola del sei meno meno. Come si fa ad essere bocciati in questo paese? Dure le parole e pronunciate con grande enfasi, quelle dello psichiatra Paolo Crepet durante la giornata dell’insegnate pronunciate presso l’Hote Massimo D’Azeglio in occasione di un evento organizzato dalla Gilda.
Calo autorevolezza docenti. Troppi errori di grammatica, il Comune della Bergamasca corre ai ripari con un corso di italiano per gli italiani. La scuola italiana vista dallo Spazio. C’era una volta l’idea di una scuola… C’era una volta l’idea di una scuola pubblica, universalista, gratuita, rivolta a tutti i ceti sociali, nelle cui classi potevano sedere nello stesso banco il figlio dell’avvocato e quello dell’operaio o del contadino.
Si voleva con essa dare corpo al grande sogno illuministico: l’elevazione dell’umanità e il riscatto delle classi sociali più svantaggiate attraverso la cultura, la possibilità di un loro progresso con lo studio, l’opportunità di sfuggire al destino segnato dalla nascita grazie alla dura fatica e all’impegno dello studio. E se di fatto percentualmente erano ancora pochi i figli delle classi subalterne che accedevano alle scuole più prestigiose (come i licei), non era perché queste erano loro precluse da qualche barriera formale, ma per le condizioni sociali e culturali di provenienza. Le famiglie lo avevano capito: sapevano che a scuola si poteva decidere il destino dei loro figli e ci tenevano a mandarli nelle scuole migliori. I possibili “clienti”.
Le canzoni per bambini sono il male. La mia avversione alle canzoncine per bambini è cominciata anni fa in un pomeriggio d’aprile, a una festa di compleanno, in una stanza stipata di satanassi che si rincorrevano urlando come nel circle pit di un concerto dei Metallica.
Chi ha paura dei fuori-corso? Da un po’ di tempo il problema degli studenti fuori-corso è divenuto uno dei parametri fondamentali per giudicare della qualità della didattica dei singoli corsi di laurea e di conseguenza degli atenei.
Tutti promossi, la Scuola finta che sforna analfabeti futuri operai. Una scuola che non boccia è una scuola marcia. Crepet, vogliamo il male di chi abbiamo messo al mondo. “Tutto quello che è comodo è stupido, scrivetelo nella camera dei vostri ragazzi.
E una scuola che non boccia è una scuola marcia”. Lo psichiatra Paolo Crepet parla dei danni che gli adulti e la scuola fanno ai nostri ragazzi. “Una scuola che non boccia è una scuola marcia. La Buona Scuola è quella che non ha bisogno della bocciatura – ROARS. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa replica a firma dell’Unione degli Studenti.
L’abolizione (parziale) della bocciatura alle elementari e alle secondarie di primo grado ha generato nelle scorse settimane un vivace dibattito teorico sul ruolo educativo della scuola, rispetto al quale in parte ci eravamo espressi, cogliendo gli spunti dati da Asor Rosa e De Michele. Il contributo più recente arriva da Francesco Coniglione su ROARS, il quale sostiene la necessità della bocciatura come strumento essenziale per stimolare la disciplina e l’attitudine allo studio. La misura messa in campo dal ministero, che “limita” ma ancora non abolisce la bocciatura, sarebbe dunque un passo ulteriore nei processi di dequalificazione della scuola e di “asinizzazione” degli studenti. Un'inclusione che esclude o dell'ignoranza esclusiva. Un divertente esercizio accademico cui si può giocare può essere quello di burlarsi della magica parola "inclusione", un must di chi voglia a qualsiasi titolo affermare una qualsiasi cosa intorno alle politiche scolastiche e alla didattica, si potrebbe anche dire che l'espressione "inclusione" costituisca l'ultima frontiera del "politicamente corretto" nella didattica parlata.
Il fatto è che, a fronte di un sempre maggior dispendio di risorse e impegno per includere, il numero degli esclusi si mantiene costante. Pubblico quindi questo testo, che trovai tempo fa in rete, firmato da un certo Franco Margianni, pur non condividendo quanto vi si sostiene e per il troppo cinico sarcasmo e per la polemica inconcludenza. Sospetto anzi che lo stesso nome dell'autore sia uno pseudonimo, dato che non ne ho trovato traccia in rete.
D'altronde è pur vero. come diceva quel tale, che burlarsi di qualcosa è il solo modo di affrontarla seriamente. Come reagisce la politica scolastica a questo problema? A scuola insistere sulle conoscenze, i nostri alunni ignorano cultura generale. Lettera - Orizzonte Scuola. Inviata da Mario Bocola – Bisogna insistere molto sulle conoscenze e fare in modo che gli studenti allarghino il più possibile gli orizzonti del sapere. È necessario farlo perché quando i nostri studenti affrontano una prova di cultura generale cadono inesorabilmente, perché, appunto, non possiedono le conoscenze di base di tutte le discipline. Hanno delle nozioni sporadiche, frammentate e, spesso, nei questionari a risposta chiusa rispondono a caso, tentando di indovinare la risposta giusta. Gli studenti devono essere consapevoli che tutte le tipologie di concorsi pubblici e privati prevedono una prova preselettiva di cultura generale per monitorare se lo studente possiede o meno quelle conoscenze minime generali di quanto ha appreso sui banchi di scuola.
Bocciatura, tabù da infrangere. Lettera - Orizzonte Scuola. Da sottolineare la stranezza, l’anomalia del fatto che, subito dopo il completamento della legge 107/2015 (buona scuola) con le note otto deleghe, escano articoli come quello citato e come altri simili su argomenti che sarebbe stato opportuno, necessario e molto più utile discutere prima dell’avvio del ddl 2994/2014. Ma tant’è allora non fu fatto, il governo non lo fece, forse nemmeno ci pensò, e intraprese un percorso di riforma non solo “senza meta e senza bussola” ma anche senza rilevare le coordinate di partenza, le fondamenta della l. 107.
I risultati deludenti li stiamo vedendo, e ora se ne sono accorti anche i presidi dell’’ANP “il sindacato che più aveva appoggiato la legge 107”. Torniamo al tabù della bocciatura. Galli della Loggia prende spunto da una recente sentenza del Giudice del Lavoro di Lecce che revoca, dopo ben 5 anni, la sanzione disciplinare inflitta da un preside a un docente a causa di voti ritenuti troppo bassi. Prima nota. Seconda nota. Terza nota. Bocciare o non bocciare, questo è il problema. Lettera - Orizzonte Scuola. Inviata dal Dirigente Eugenio Tibaldi – Bocciare sì, bocciare no. Il problema non è così netto come sembra, ma vanno fatti dei distinguo. Di nuovo un nuovo esame di stato (seconda parte) - Politiche educative.
Alcune considerazioni sull'esame di stato. L’insostenibilità di tale situazione, condusse alla terza vera riforma dell’esame, promossa dal ministro Luigi Berlinguer ed entrata in vigore nell’anno scolastico 1998 – 1999. Assieme ad essa, doveva essere applicata anche la riforma della scuola così come configurata dalla Legge 30/2000, poi restata inapplicata per il mutamento della maggioranza di governo. Di nuovo un nuovo esame di stato (prima parte) - Politiche educative. Photo. March 2, 2011. Posted by gary on Wednesday, March 2, 2011 · 2 Comments “I’m saying that it is inconceivable that school as we’ve known it will continue. A che servono i voti a scuola? - minima&moralia. Di Christian Raimo pubblicato lunedì, 27 febbraio 2017 · 3 Commenti. Riforma valutazione: sullo stesso piano chi ha studiato e chi ha solo riscaldato il banco. Lettera – Orizzonte Scuola. Fategli fare i riassunti! (Piccolo vademecum perché gli alunni non diventino analfabeti funzionali) - Non volevo fare la prof - Blog - L’Espresso.
Ci sono molti modi per capire se un percorso di studi ha avuto successo. Liceo classico: no, il problema non è il latino. Ken Robinson: Come sfuggire alla valle della mo... Chi parla di analfabetismo funzionale è un analfabeta funzionale. Daniele Lo Vetere: difesa della lezione frontal... Il grande bluff della scuola per tutti Forma i forti, non recupera i deboli. Il grande bluff della scuola per tutti Forma i forti, non recupera i deboli. Un lucido attacco alla libertà d’insegnamento: sul piano di formazione obbligatoria dei docenti italiani – ROARS.
Il documento pubblicato dal MIUR il 3 ottobre scorso, intitolato «Piano per la Formazione dei Docenti 2016 2019» è destinato a stravolgere nei suoi fondamenti la professione docente, e rappresenta l’atto conclusivo di un processo di delegittimazione della stessa. Studenti di oggi meno preparati dei quarantenni – Orizzonte Scuola. LA SCUOLA DEVE RICOMINCIARE AD ESSERE DIFFICILE! Diario del Professore. Furto legalizzato di tempo per imparare – Apprendere. Liceo classico: no, il problema non è il latino. Sull'autorevolezza dell'insegnante. Quanto costa bocciare – Apprendere. Chissà perché? Chi studia con i tablet impara meno Bocciati anche i cadetti di West Point. Il filosofo Preve commenta il voltafaccia di Benigni (video imperdibile) – Micidial. Analfabetismi antichi e incipienti - Curricoli e saperi. Analfabetismo incipiente IV. I paradossi dell’istruzione. - Curricoli e saperi. A chi pensa che i compiti facciano male. Lettera.
La bocciatura è un assurdo pedagogico! Lettera. Se bocciare non è la soluzione migliore, promuovere senza merito è ancora peggio. Lettera.