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Animatori digitali

Animatori digitali
Di recente sono stato invitato ad aprire il corso di formazione degli animatori digitali della Provincia di Brescia. Il tema che mi era stato assegnato era la messa a fuoco delle competenze di questa figura di recente inserita nella scuola dal PNSD. L'ho fatto attraverso un duplice percorso, diacronico e sincronico. Ovvero: 1) prima ho cercato di ricostruire la vicenda evolutiva che ha condotto a questa figura, cercandone gli "antenati" nella storia recente della scuola italiana; 2) in secondo battuta ho provato a individuarne e descriverne sinteticamente le aree di competenza. Il "nonno" dell'animatore digitale La legge 426 del 6.10.1988 introduceva nella scuola quattro nuove figure professionali: l'operatore psicopedagogico, il coordinatore dei servizi per l'orientamento scolastico, il coordinatore dei servizi di biblioteca e l'operatore tecnologico. Il "babbo" dell'animatore digitale Lungo gli anni '90 si sviluppa il dibattito sul Media Educator. L'animatore digitale Related:  PNSDANIMATORE DIGITALEAnimatore Digitale

Videonot.es: prendere appunti durante la visione di video VideoNot.es è un eccellente strumento per prendere appunti durante la visione di video. VideoNotes consente di caricare qualsiasi video di YouTube sul lato sinistro dello schermo, mentre sul lato destro trovate uno spazio per digitare note che risulteranno sincronizzate con le varie parti del filmato. Questa applicazione si integra con il vostro account Google Drive. Grazie all'integrazione con Google Drive, VideoNot.es permette di condividere i vostri appunti e collaborare sulla digitazione dei testi esattamente come avviene con un documento di Google. Articoli correlati

?target_url= 6 Giugno 2016 Argomento: Articoli, autore: Sergio Vastarella, Sergio Vastarella (1977) è insegnante di scuola primaria e ricercatore nel campo della didattica. Ha dedicato il proprio interesse all’uso delle nuove tecnologie nei processi d’insegnamento/apprendimento e all’insegnamento attraverso modelli didattici innovativi. Dopo avere lavorato come insegnante in tre diverse scuole dell’infanzia della provincia di Trento, ha vinto il concorso ordinario per insegnante di scuola primaria ed è stato assunto come docente di ruolo. Da settembre del 2001 è stato assegnato in maniera definitiva all’Istituto Comprensivo di Cembra, in cui lavora e ha ricoperto molti ruoli (coordinatore di plesso della scuola primaria a Vicario del Dirigente d’Istituto, responsabile per l’autovalutazione d’Istituto e l’educazione ambientale). Durante il servizio a scuola Vastarella ha studiato in maniera sempre più approfondita l’uso degli strumenti digitali nella didattica d’aula.

Le competenze digitali in classe: dalla teoria alla pratica Lo confesso: quando capito su siti come quello dell'Agenzia per l'Italia Digitale, mi avventuro nella sezione dedicata alle Competenze digitali e mi metto nei panni di un insegnante – magari incuriosito da qualcosa che ha sentito dire sulla riforma della Buona Scuola – con qualche domanda in testa: (wikipediana, da convegno) cosa sono le "competenze digitali"? (naif, spaesata) ma... saranno una materia? se mi metto nei panni di un insegnante – dicevo – facilmente mi perdo o mi scoraggio o mi viene da rifugiarmi nella strategia della carta igienica (*). Fammi un quadro, please Facciamo allora un passo indietro e cerchiamo di ricostruire per prima cosa un quadro dal punto di vista istituzionale, con in testa le poche e semplici domande di cui sopra. Affidano inoltre alla riforma della Buona Scuola, in sinergia con il Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR, la definizione e l'attuazione degli interventi, garantendo "assistenza e supporto". Dove sta l'insegnante? Cosa fare in classe Note

Le scuole dovranno dotarsi di un Team per l’innovazione digitale e figure di coordinamento, avvio attività formative – Orizzonte Scuola Il MIUR, con le note n. 4604 e 4605 del 03/03/2016, ha fornito le indicazioni per le attività formative del personale scolastico nell'ambito del PNSD e per l'organizzazione e coordinamento delle stesse. Nella nota n. 4604, il Ministero ricorda che l'attuazione delle misure e azioni del Piano Nazionale di Sviluppo Digitale è iniziata con gli Avvisi relativi alle risorse del PON “Per la Scuola” 2014-2020, per la realizzazione di infrastrutture di rete LAN/WLAN per tutte le scuole e per gli ambienti per la didattica digitale integrata, nonché con l’Avviso per la realizzazione di laboratori territoriali per l’occupabilità. Individuata la figura dell’animatore digitale da parte delle scuole, è stata poi avviata la misura relativa all’ambito della “Formazione e Accompagnamento” al Piano, contemporaneamente alla promozione della Settimana del PNSD, al concorso #ilmiopnsd e alla partecipazione al bando KA1 Erasmus+. Quali sono le fasi dei percorsi formativi previsti? 1.

3 Step Approach E’ opinione comune che i metodi didattici necessitino di essere modernizzati. Ma come? Nuovi modelli comunicativi e nuove tecnologie possono dare una grande spinta per ridefinire un modello di scuola vecchio di oltre cento anni. MINT Education e Spinvector hanno sviluppato un metodo didattico che sintetizza entrambi questi aspetti nel videogioco. Il videogioco digitale è l’incarnazione tecnologica del concetto ancestrale del gioco che sia uomini che animali hanno da sempre utilizzato per imparare come funziona il mondo. InterazioneCompetizioneCollaborazioneObiettivi da raggiungereLinguaggio visuale sono tutti concetti che aumentano il coinvolgimento e la motivazione nei ragazzi così come negli adulti. Il metodo, chiamato 3 Step Approach, vuole fornire un nuovo modello didattico che utilizzi tale linguaggio per veicolare contenuti scientifici agli studenti. Per illustrare il metodo viene preso come esempio il celebre Angry Birds. Ogni gioco sarà creato in tre modalità diverse: Conclusione

Le Migliori App per gli Insegnanti Raccolte in una Mappa Non è facile integrare la tecnologia in classe e insegnare a utilizzarla in modo consapevole e equilibrato. La tecnologia è una componente sempre presente nella vita dei nostri studenti e si impone come un nuovo paradigma educativo. I discenti di oggi fin da piccoli vivono una vita digitale ricca di esperienze e aspirano ad apprendere agendo in modo innovativo e creativo. Noi docenti siamo chiamati a esaminare i nuovi scenari didattici reali/virtuali e le loro implicazioni, valutandone la loro eventuale utilità nel contesto del processo di apprendimento. I dispositivi mobili regalano l’accesso a un mondo di informazioni da esplorare, interpretare, comunicare e rappresentare che la scuola non può continuare a considerare marginali così come ad ignorare le aspettative degli alunni. È tuttavia opportuno chiarire che gli strumenti multimediali sono solo degli artefatti e non possono sostituire il docente. All’inizio è sicuramente complicato orientarsi nel mare magnum delle app. Autore articolo

Coding in your Classroom, Now! Course Overview Questo corso è ambizioso e semplicissimo. Ha l’obiettivo di aiutarti ad introdurre il pensiero computazionale in classe attraverso il coding, usando solo attività intuitive e divertenti da proporre direttamente agli alunni. Quando affrontiamo un problema o abbiamo un’idea, spesso intuiamo la soluzione ma non siamo in grado di formularla in modo operativo per metterla in pratica. Il pensiero computazionale è proprio questo, la capacità di immaginare e descrivere un procedimento costruttivo che porti alla soluzione. Come imparare a parlare ci aiuta a formulare pensieri complessi, così il pensiero computazionale ci offre strumenti ulteriori a supporto della fantasia e della creatività. Per questo il pensiero computazionale è per tutti. Veniamo al metodo. Così creeremo su questa piattaforma una comunità di apprendimento fatta di insegnanti, ciascuno con la propria classe. Per le attività online useremo prevalentemente le risorse di Code.org e Scratch. #CodeMOOC Outcomes Teacher

Arriva nella Scuola l’Animatore digitale: a che cosa servirà? | Agenda Digitale Gli effetti del Piano Nazionale Scuola digitale cominciano a dispiegarsi in maniera, a nostro avviso, molto veloce e positiva ne è prova, ad esempio, la nota del Ministero dell’Istruzione che invitava i Dirigenti scolastici a fornire entro il 10 di dicembre il nominativo dell’‘“Animatore digitale” della propria istituzione scolastica. La scelta dovrà cadere su insegnati “innovatori” che siano esperti di metodologie e di tecnologie didattiche e che posseggano buone doti organizzative e capacità di coinvolgimento e leadership rispetto ai colleghi. In pratica a partire dal Dicembre del 2015 ogni scuola italiana avrà una figura dedicata esclusivamente all’innovazione digitale di natura metodologica e didattica (probabilmente con un “distacco” parziale dall’insegnamento). Fino ad oggi un ruolo similare, anche se molto depotenziato, era stato ricoperto, ove fosse stato istituito, da insegnanti che venivano nominati dal Dirigente come “funzione strumentale” dedicata alle tecnologie. a. b. c.

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